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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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Sfiorati dalla morte

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Sfiorati dalla morte

La morte li ha sfiorati in aeroporto e in metropolitana, lasciandoli sgomenti e terrorizzati a ringraziare il cielo di essere vivi e in grado di poter fare ritorno a casa. Alessio Rimoldi, 40 anni, originario di Busto Arsizio, ma da vent’anni residente a Bruxelles, era sul treno della metropolitana esploso a Maelbeek. Gaetano Sauli, imprenditore di Varese e i suoi colleghi Davide Zambon di Arcisate e Davide Tessaro di Paderno Dugnano si trovavano nella sala d’attesa dell’aeroporto, quando, a pochi metri da loro, è esplosa la prima bomba. Tutti sono riusciti a fuggire e a uscire indenni dall’inferno. E tutti, stravolti, raccontano la paura, l’ enorme confusione, la mancanza assoluta di notizie e comunicazioni. Raccontano di una città nel panico.

«Penso di avere qualche capello bruciacchiato, ma sto bene» ha scritto su whatsapp Alessio per tranquillizzare genitori e amici a Busto Arsizio. Si trovava proprio sul treno preso di mira dai terroristi. Era con un amico, addetto aeroportuale e stava commentando l’attentato in aeroporto, di cui si era appena diffusa la notizia.

«Ci hanno raggruppati tutti in un hotel vicino, si stanno occupando dei feriti più gravi. Io sto bene, ho solo i capelli bruciati» ha ripetuto. Dopo il primo soccorso all’albergo l’uomo è stato portato in ospedale, sotto shock. Impossibile vedere la moglie e le figlie, perché la città era totalmente bloccata. Finalmente, nel tardo pomeriggio, verso le 18, è stato dimesso.

Nel tardo pomeriggio risponde direttamente dal suo telefono cellulare anche il varesino Gateano Sauli. È in auto, coi colleghi. «Stiamo tornando in Italia» annuncia, raccontando di essere riuscito a noleggiare la vettura al termine di una giornata da incubo, scandita dalla paura e dalla assoluta mancanza di informazioni. «Nessuno ci ha detto che cosa fosse successo - ripete - la città è rimasta in balia di una grande disorganizzazione. Abbiamo trovato il modo per rientrare, ma lo abbiamo fatto senza l’aiuto di nessuno». Perché l’unico desiderio, dopo la tragedia, è stato quello di fuggire, di allontanarsi il più possibile e al più presto dall’orrore.

«Eravamo giunti in aeroporto con largo anticipo- racconta Sauli - e avevamo già eseguito i check-in. Stavamo dunque attendendo il nostro volo in sala d’attesa quando abbiamo sentito una forte esplosione nell’atrio alle nostre spalle. L’onda d’urto ci ha investiti in pieno, siamo stati catapultati in avanti con violenza. E subito ecco il secondo boato» «Devo essere sincero - prosegue- a quel punto abbiamo pensato soltanto a salvarci. Ci siamo mescolati alla folla in fuga e siamo riusciti a uscire dall’aeroporto. Non prima però di esserci resi conto che i soccorsi tardavano ad arrivare e che la città stava affrontando l’emergenza con estremo disorientamento».

È andata peggio a Sebastien Bellin, dirigente di Keemotion, azienda fornitrice della Pallacanestro Varese: il manager belga, ex cestista professionista a lungo anche in Italia, è rimasto ferito ad una gamba e la foto che lo mostra, disteso a terra, sanguinante, ha fatto il giro del mondo sui media.

«Ho pianto tanto nel vedere le immagini di quanto stava accadendo: Bruxelles è la mia città, ci sono cresciuta, è la mia casa». Così Hélène Rousseaux, “stella” della nazionale belga di volley e dell’Unendo Yamamay racconta la mattinata trascorsa con l’angoscia nel cuore. Le immagini delle esplosioni all’aeroporto e in città l’hanno toccata da vicino: «Anche perché mia mamma lavora in una scuola che è molto vicina alla stazione della metropolitana di Maelbeek - racconta - e in quei minuti non avevo la linea e non riuscivo a contattarla al telefono; però ho sentito mio fratello Tomas (che gioca in Italia a Monza, ndr) che invece c’era riuscito e mi ha tranquillizzato». Mercoledì la schiacciatrice biancorossa s’è comunque allenata con il resto della squadra (posando con una bandiera del Belgio con le compagne a fine seduta).

Altri servizi, immagini e approfondimenti sulla Prealpina in edicola mercoledì 23 marzo

 


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