Una folla composta ha partecipato la sera di mercoledì 23 marzo, nella chiesa di San Grato a Bobbiate, alla veglia di preghiera per Antonio Guidotti, scomparso domenica 23 marzo in un incidente aereo assieme all’amico Dario Fantinato.
Circa trecento le persone che hanno condiviso il lutto dei parenti nei confronti di un amico, di un medico, di un uomo stimato. Particolarmente toccante, poi, l’abbraccio fra le due famiglie accomunate nella tragedia e, in particolare, fra i cari di Antonio e i fratelli di Dario Fantinato, Ugo e Piero, presenti al rosario.
La veglia è stata condotta dal parroco don Mauro Barlassina, che ha lasciato alcune riflessioni, a introduzione di ciascun mistero, a don Stefano Stimamiglio, sacerdote paolino, cugino di Guidotti: «In questo momento - ha detto don Stefano, prendendo ispirazione dal dipinto sopra l’altare - ci sentiamo come Pietro in balìa delle acque, ma al quale il Signore tende una mano di salvezza. Ora in noi il mare di dolore è grande ma, affidandoci a Dio, sappiamo che ora Antonio è accanto a Lui e, spiritualmente, in mezzo a noi».
Il rosario è poi continuato con rimandi alla settimana Santa in corso: «Un periodo in cui - ha affermato ancora il sacerdote - avviene prima la morte e poi la resurrezione di Gesù. Si tratta di misteri che osserviamo nel silenzio della fede, chiedendo salvezza e vita eterna per Antonio».
Parole che hanno portato sollievo ai genitori Carla e Alberto Cesare, alle sorelle Costanza e Francesca, ai figli Ilaria, Isabella e Luca.
Intanto, proprio mercoledì, dopo l’autopsia sul corpo di Dario Fantinato, la magistratura ha dato il nullaosta per lo svolgimento delle esequie, che si terranno lunedì 28 marzo alle ore 15.15 nella basilica di San Vittore, mentre la camera ardente sarà aperta venerdì 25 marzo alle onoranze funebri Sant’Ambrogio di via dei Mulini Grassi (resteranno chiusi invece a Pasquetta tutti i punti vendita Carrefour del Fantinato Group). E sempre nella giornata di mercoledì è arrivato un messaggio di cordoglio da parte di tutto il vertice della Camera di commercio britannica in Italia.
L’Aime, associazione di cui era stato ispiratore e promotore Fantinato, ha invece, inviato un toccante ricordo dell’imprenditore, istituendo a sua memoria una borsa di lavoro e altre due iniziative.
«Dario - scrivono il presidente Armando De Falco e il segretario generale Gianni Lucchina - era una persona buona e generosa. Sapeva farsi rispettare da tutti per la generosità e l’attenzione che sapeva dedicare agli altri. Era pieno di progetti, non si arrendeva mai, aveva una straordinaria visione ottimistica della vita e sapeva contagiarti in tutto.
Un importante punto di riferimento per l’intero gruppo dirigente e per tutti gli associati.
Nella primavera del 2014 iniziò con noi a riflettere sul senso della rappresentanza, alla luce soprattutto delle forme associative attuali che non rispondono adeguatamente alle aspettative delle imprese.
E ribadiva sempre che «Le imprese hanno bisogno di essere accompagnate verso il futuro, aiutate ad intravvedere prospettive di crescita e che la rappresentanza non chiede né abbisogna di apparati burocratici, né di poltrone».
Per costruire un’Associazione alternativa al sistema attuale si deve trovare la risposta ad una domanda molto semplice: perché un imprenditore deve iscriversi ad Aime? Questa era la frase ricorrente che Dario diceva a se stesso e a tutti noi.
Fantinato ci spronava a guardare avanti, a costruire un’Associazione che avesse al centro chi fa impresa, ancor prima dell’impresa e ci ha sempre insegnato che, per costruire il futuro, è necessario guardare avanti senza mai dimenticare il passato.
Per lui, essere in un’associazione significava avere il coraggio di affrontare le reali sfide del futuro. Coraggio inteso per il suo significato latino: avere cuore».
L’Aime ricorda Fantinato «uomo discreto, gentiluomo. Anche nei passaggi più delicati aveva sempre rispetto dell’interlocutore: mai un’alzata di voce, uno screzio, ma sempre determinato a sostenere con pacatezza le proprie opinioni. Insomma un leader, un uomo, un imprenditore che tra i suoi principali impegni metteva al primo posto il sostegno ai giovani e la ricerca di nuove opportunità imprenditoriali capaci di offrire nuova occupazione.
Amava il suo lavoro, ancor prima però amava la sua famiglia, la compagna Valeria e il suo piccolo figlio Davide, i suoi fratelli Ugo e Piero e la sorella Aurelia.
Ecco le ragioni che hanno spinto AIME ad assumere importanti decisioni, per non disperdere ma rafforzare e concretizzare la realizzazione dei progetti suggeriti da Dario Fantinato.
La presidenza di AIME, convocata in seduta straordinaria martedì 22 marzo, per ricordarlo, tra gli artefici della nascita della nuova Associazione, ha deciso di promuovere queste importanti iniziative:
Viene istituita una borsa di lavoro “Dario Fantinato” da assegnare a giovani che presenteranno progetti innovativi di autoimprenditorialità o progetti di riedizione di mestieri artigiani. La borsa del lavoro prevede il riconoscimento di un contributo a sostegno dello start up del progetto presentato.
Impegnare il Comitato Tecnico e Scientifico a realizzare una ricerca e uno studio di fattibilità per la realizzazione di progetti formativi, nell’ambito dell’Artigianato e del Made in Italy. L’Assemblea generale di AIME, in seduta pubblica, sarà calendarizzata il primo giorno di primavera di ogni anno in corrispondenza della data del tragico incidente».