La corruzione ci fu, sebbene impropria. L’appalto vinto in India per la fornitura di dodici elicotteri Agusta ebbe un costo extra di circa 50 milioni. Lo ha stabilito giovedì 7 la corte d’appello di Milano. Giuseppe Orsi - ex amministratore delegato di Finmeccanica - e Giuseppe Spagnolini - ex amministratore delegato di Agusta Westland - sono stati condannati rispettivamente a quattro anni e sei mesi e quattro anni di reclusione per corruzione impropria e false fatturazioni a Ids Tunisia, compilate dal 2008 in avanti. Lievemente riqualificato il capo di imputazione, quindi. Bisognerà leggere le motivazioni della sentenza per capire il percorso giuridico della seconda corte d’appello presieduta da Marco Maiga, ma in sostanza emerge questo: il capo di stato maggiore dell’Indian Air Force Sashi Tyagi sarebbe stato pagato per compiere un atto di ufficio e non per compiere un atto contrario ai doveri di ufficio (nel codice penale articolo 318 invece del 319). Pene comunque inferiori rispetto alla richiesta del sostituto procuratore generale di Milano Tiziano Masini e del procuratore capo di Busto Arsizio Gianluigi Fontana i quali, al termine della requisitoria del 22 marzo, avevano concluso con sei anni per Orsi e cinque per Spagnolini, più la confisca di sette milioni e mezzo di euro. Ridotto anche il risarcimento all’Agenzia delle entrate, da un milione e mezzo a 300 mila euro. Ma per i difensori Ennio Amodio e Massimo Bassi è una magra consolazione, anche perché ai top manager è stata revocata la sospensione della condizionale e a Orsi non sono state concesse attenuanti. Sicché gli avvocati si preparano alla cassazione. L’inchiesta - che nel 2013 portò Orsi in carcere e Spagnolini ai domiciliari - ruotava intorno agli Aw101 destinati all’India per un importo di 556 milioni di euro.
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