Assurdo e sbagliato, questo è sicuro. Ma i presidenti dei club organizzati che radunano i tifosi della Pro Patria, vanno oltre la doverosa condanna dell’assalto al bus tigrotto avvenuta domenica notte, al rientro della squadra dalla trasferta di Padova che ha sancito la retrocessione.
«Dalla violenza il nostro gruppo prende sempre le distanze. Non ci appartiene e non c’entra nulla col calcio. Oltretutto noi stessi siamo sorpresi dell’aggressione, visto il clima di rassegnazione ormai diffuso per un verdetto che ormai era amaramente scontato da tempo», spiega Roberto Centenaro, alla guida del Pro Patria Club. Tuttavia c’è una riflessione in più da fare da parte sua: «Bisogna dire chiaramente che, al netto di comportamenti che non approviamo, forse sarebbe il caso che qualcuno si domandasse quale sia l’origine di questo stato di tensione. I risultati non sono l’unico motivo».
Ampio servizio sulla Prealpina di giovedì 14 aprile.