Per molti la casa popolare è un sogno, uno di quei desideri che ti cambiano la vita, che ti permettono finalmente di guardare al futuro con una certa tranquillità. Ma quanti sono quelli che la chiedono? Tanti, troppi. Impossibile smaltire le liste ma anche quest’anno la sfida è partita con l’apertura del bando il 14 marzo. In questi giorni le domande stanno arrivando a valanga ma c’è ancora tempo perché la documentazione va consegnata entro il 16 maggio. Quindi, manca un mesetto alla chiusura del bando, le cui caratteristiche sono di natura regionale, non comunale, anche se l’ente locale si occupa di raccogliere le istanze e di lanciare ogni anno il bando così da permettere il turn over migliore possibile. «Questa procedura – assicura l’assessore ai Servizi sociali Margherita Silvestrini – ci permette di aggiornare le graduatorie, affinché siano sempre più aderenti alla realtà e ciò favorisca una risposta sempre più puntuale». Inutile farsi illusioni, però. Trovare casa resta un’impresa perché non è prevista a brevissimo la costruzione di nuovi alloggi, quindi si può solo gestire l’esistente.
In media sono una trentina gli appartamenti che si rendono disponibili da un anno all’altro, stavolta ci dovrebbe essere un surplus di una decina di unità, grazie alla ristrutturazione di spazi finora inagibili. Ma quaranta case rispetto ad almeno 350/400 domande sono un po’ poche. Ecco perché la politica s’interroga su nuovi progetti e su prospettive di social housing per coinvolgere i privati, ma al momento è inutile coltivare sogni impossibili. L’unico intervento previsto è quello a Madonna in Campagna (dopo lo spostamento da via Curtatone) con la costruzione di dodici nuovi appartamenti.