Se la situazione è scappata di mano, adesso è arrivato il momento di riprenderne il controllo. E così ancora increduli per l’accaduto, dopo cinque giorni di silenzio anche i genitori dei compagni di classe della ragazzina cui è stata negata la gita hanno deciso che è arrivato il momento di parlare. Massimo rispetto nel lavoro della nuova dirigente scolastica, del provveditore, del ministro Giannini e dei suoi ispettori: ma prima di tutto ora è necessario ristabilire la verità dei fatti. E così i genitori hanno diramato una nota (concordata con un avvocato) per spiegare come è nato il caso che fa indignare l’Italia.
Partiamo dal messaggio che ha innescato la chat che è stata definita «un preoccupante episodio di bullismo»: «Ho paura a stare con lei da sola - scriveva una ragazzina riferendosi alla compagna autistica -Una volta mi ha chiusa dentro un armadio, quasi soffocavo! Preferisco non venire alla gita». «Da qui pochi messaggi da parte di altre compagne per cercare di confortare e tranquillizzare, in ogni caso mai dal contenuto offensivo, lesivo o discriminante e tantomeno definibili cyber bullismo» scrivono i genitori.
Da qui l’amarezza delle famiglie: «In uno spirito di solidarietà volto all’inclusione della bambina - continuano i genitori - sarebbe stata necessaria una maggiore collaborazione da parte dei suoi genitori, i quali avrebbero potuto accogliere la soluzione proposta da tutti, che prevedeva che la piccola dormisse in camera con l’insegnante di sostegno».
Da qui la constatazione che «la verità è stata travisata». «Noi a questo punto pretendiamo onestà e rispetto - concludono -. Comunque continueremo a offrire alla famiglia la nostra disponibilità e il nostro aiuto».
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