Il reato è stato sì derubricato da tentato omicidio a lesioni gravi, ma il Tribunale collegiale presieduto da Anna Azzena ha usato il pugno di ferro nel formulare le condanne: si parla infatti di pene fissate rispettivamente a dieci anni, sette anni e quattro mesi, e tre anni e quattro mesi per i tre nordafricani, fra i 33 e i 37 anni di età, accusati della violenta aggressione avvenuta alla fine dell’ottobre 2014 a Tradate, tra via Toti e via Crocifisso. La richiesta fatta dal pubblico ministero Sabrina Ditaranto, che aveva chiesto la condanna per tentato omicidio, contava invece sedici anni di carcere per chi sferrò la coltellata, nove per chi partecipò all’aggressione e sei per il terzo uomo, che nella vicenda ebbe un ruolo minore. Giovedì i giudici del Tribunale di Varese hanno emesso la sentenza, nella quale il reato è stato derubricato: «La nostra tesi secondo la quale non c’era volontà di uccidere – ha commentato l’avvocato Alberto Zanzi, difensore di uno degli imputati – è stata accolta, ma nonostante questo le condanne sono state molto severe. Faremo sicuramente ricorso in Appello».
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