Più trascorrono le giornate e più sembra ormai improbabile che il Movimento 5 stelle partecipi alle elezioni comunali. Inizia ad avvicinarsi alla prima scadenza istituzionale anche il tempo per la presentazione della lista, ma dal Movimento 5 stelle tutto tace. La certificazione o la non certificazione non arriva. E così, nel limbo, si alimentano le polemiche all’interno dei pentastellati varesini, spaccati in due gruppi.
La polemica, rigorosamente online, è stata innescata dalla visita informale in provincia di due parlamentari di primo piano: il deputato Matteo Dall’Osso e il senatore Vito Petrocelli: «Qualcuno spieghi agli attivisti di Varese – ha tuonato Alberto Steidl, candidato sindaco della prima ora - perché oltre a quella di Dall’Osso non è stata partecipata e condivisa nemmeno la visita di Petrocelli? E’ mai possibile che gli addetti alla comunicazione tengano nascosti/segreti alla maggior parte degli attivisti del gruppo, ai simpatizzanti e al candidato sindaco, democraticamente eletto, anche queste belle notizie? Ma cosa sta succedendo?». Dall’altra parte , la giustificazione fa riferimento a «una visita personale. Tra amici ne esistono». Ma la pentola a pressione del movimento grillino a Varese sembra essere sul punto di esplodere, al punto che Steidl ha postato anche un commento per precisare la ricostruzione di quanto accaduto: «Visto che tutto tace, proverò a spiegare la situazione e lo farò in qualità di candidato sindaco a Varese, democraticamente eletto con primarie interne più di un anno fa e recentemente confermato a maggioranza. In verità, quindici giorni dopo la prima lista, con un programma largamente condiviso e democraticamente partecipato da circa due anni, si è scoperto che ne è stata segretamente inviata (ampiamente dopo la scadenza) una seconda, di cui il Meetup della prima lista non conosce nulla, specialmente sul programma. E, tra l’altro, letteralmente sconosciuto, non condiviso e non partecipato. Quindi il vero problema è che le liste oggi abbondano, ma una è di troppo. Se è dunque vero l’insegnamento di Gianroberto Casaleggio, ossia che prima dei nomi ciò che conta è il programma, qual è la lista inopportuna se non la seconda?».
A proposito della seconda lista, l’unico post sulla questione, con il “tag” del candidato sindaco e consigliere comunale uscente Francesco Cammarata risale a qualche giorno prima e recita: «Forse è difficile da comprendere, ma non esiste tra noi attivisti alcuna ansia da certificazione della lista elettorale. Le ansie e le ipotesi affrettate, manifestate dalla stampa, dagli altri schieramenti politici, e dagli sgattaiolati dal movimento, sono il tipico sintomo di chi non è in grado di comprende le dinamiche del movimento stesso».