«Abderrahmane è un ragazzo assolutamente normale ed estraneo al mondo dell’Isis e del terrorismo. Tutto voleva fuorché martirizzarsi o fare del male a qualcuno. Bisogna stare attenti a non processare fanfaronate dette al telefono». Non è solito usare termini a sproposito l’avvocato Luca Bauccio, difensore fresco di nomina di Abderrahmane Khachia, 23enne marocchino di Brunello, detenuto a San Vittore assieme ad altri tre connazionali da giovedì scorso con l’accusa di associazione finalizzata al terrorismo internazionale e interrogato lunedì 2 dal gip Manuela Cannavale alla presenza dei pm Francesco Cajani ed Enrico Pavone. Esperto in materia - in passato riuscì a mandare assolto l’allora imam di Varese (e prima ancora di Gallarate) Abdelmajid Zergout e fu patrono civile della moglie di Abu Omar, l’imam rapito a Milano il 17 febbraio 2003, da agenti della Cia, con la complicità dei servizi segreti italiani -, l’avvocato Bauccio parla di fanfaronate nel senso letterale del termine. Cioè, le parole di odio e di vendetta intercettate dalla Digos di Varese al ragazzo che non mai nascosto di avere come idolo il fratello Oussama, morto nei territori di guerra dove il Califfato cerca di imporre la propria legge, e i suoi tentativi di raccomandazione per recarsi in Siria e dintorni a combattere sotto l’insegna di Daesh, non sarebbero state altro che spacconate. Di più, vere e proprie millanterie consistite in «discorsi esagerati ed iperbolici, ma assolutamente fini a se stessi». «Il mio assistito non è un pericolo per la società e non ha commesso nessun reato», ha poi rimarcato l’avvocato Bauccio, sceneggiatore in un recente passato del docu-film “Al Qaeda! Al Qaeda ! Come fabbricare il mostro in tv”. Per questo il legale si è definito «profondamente sconcertato» per un arresto che a suo giudizio non trova giustificazioni. «Al momento, il ragazzo è caduto in una situazione di cui non capisce né la gravità né l’importanza, ma - lo ripeto - non ha commesso nessun reato e non è un pericolo per la società», ha insistito il legale di Khachia, che già nei prossimi giorni presenterà istanza di scarcerazione. «Davvero, non abbiamo nessun elemento fattuale contro di lui; purtroppo agiamo in un contesto epocale che rende i sospetti dei colpevoli. La sua colpa? Aver fatto con superficialità alcune affermazioni esagerate, ma non lo si può trasformare per questo in un terrorista. Siamo al cospetto di un 22enne che beve, fuma le canne e non faceva nulla in concreto che corrisponda alla figura del terrorista». Ciò detto sono angosciato perché è più facile difendere un fanatico islamico che non un ragazzo assolutamente estraneo alle contestazioni di reato che gli vengono mosse».
↧