Era già successo l’estate scorsa, quando un posteggio riservato ai disabili era stato cancellato in favore del dehor del fronteggiante bar. Ora la polemica è riesplosa nella centralissima piazza San Giovanni, dove l’unico stallo a disposizione delle persone dotate di pass per muoversi e sostare in zona pedonale, è stato coperto da uno spazio per la ristorazione.
Una fila di sgabelli e tavolini davanti ai portici che - con regolare concessione del Comune - ha costretto a rimuovere la vecchia segnaletica. Ovviamente non sono mancate le lamentele recapitate all’ufficio viabilità, con tanto di sdegno per la penalizzazione nei confronti delle persone più disagiate nella deambulazione. Ma per ora la vicenda registra un plebiscito in favore dell’iniziativa.
«Certe polemiche le ho sentite anche io, ma non sono assolutamente d’accordo», chiarisce Stefano Ferrario, segretario cittadino del Carroccio.
«Pur con tutto il rispetto per i disabili, anzi da figlio di una donna che per anni ha avuto il pass per posteggiare in maniera privilegiata, mi sembrano veramente posizioni assurde. Il problema si può risolvere facilmente individuando un altro spazio dove disegnare le strisce gialle e non è accettabile che ogni volta che qualcuno fa qualcosa per animare il nostro centro ci sia chi prova a mettere i bastoni fra le ruote».
La posizione della Lega, in questo senso, è chiara: «Bisogna fare di tutto per rendere attrattivo il salotto buono, se bar e ristoranti fanno qualcosa di esteticamente valido vanno aiutati, ogni scelta deve andare nella direzione di rendere le nostre piazze più animate in modo che siano gli altri a venire a Busto e non viceversa».
Anche Bruno Ceccuzzi, vicepresidente del Distretto del commercio ma anche a capo dell’Aias che assiste centinaia di bimbi disabili, la pensa allo stesso modo: «Il caso non si pone, perché l’accessibilità è comunque garantita alle categorie protette e forse l’unico errore è stato quello di dare la concessione senza individuare subito un altro posto in cui spostare la zona di sosta. Ma se il centro vive, tutti ne guadagnano».