Alle ore 23 di martedì 17 maggio, Arturo Saraceno è stato prelevato dall’ospedale di Legnano e condotto in caserma per l’interrogatorio davanti al pubblico ministero Maria Cardellicchio e i carabinieri. Oltre tre ore di deposizione, assistito dall’avvocato di fiducia Concetto Galati, poi il trasferimento in carcere. E lì un nuovo tentativo di suicidio, dopo quello messo in atto subito dopo aver ucciso la compagna, sventato grazie alla polizia penitenziaria di Busto Arszio. Era molto più intricato di quanto sembrasse il rapporto tra il trentatreenne e la fidanzata Debora Fuso, da lui uccisa con una ventina di coltellate. Lo ha spiegato, confusamente, agli inquirenti durante la nottata. Spiegando che dall’aprile scorso aveva forti dubbi che la compagna avesse sottratto denaro a lui e dalle case di suo fratello e di sua madre dove faceva le pulizie.
Ampio servizio sulla Prealpina di giovedì 19 maggio.