Era uno dei peggiori grattacapi di Malpensa e della Polaria. Antonio S. è stato condannato dal collegio presieduto dal giudice Maria Greca Zoncu a un anno e cinque mesi, contro i due anni e sei mesi chiesti dal procuratore capo Gianluigi Fontana.
«È un uomo malato, che ha bisogno di aiuto. Dovrebbe aiutarlo lo Stato ed è per questo che rinuncio a chiedere il gratuito patrocinio: la somma che lo Stato avrebbe liquidato a me vorrei che il Tribunale la devolvesse simbolicamente alle persone in queste condizioni»: così ha concluso l’avvocato Alessandro Fumagalli, chiedendo il minimo della pena. «Perché quest’uomo non va punito, va aiutato».
E infatti alla scorsa udienza il legale aveva avanzato istanza di perizia psichiatrica, perché le condizioni psichiche dell’uomo sono traballanti. Ma il Tribunale ha valutato che fosse capace di stare in giudizio nonostante il lieve decadimento cognitivo.
La vicenda conclusa con la sentenza di lunedì riguardava una rapina impropria e la violazione dell’obbligo di sorveglianza: l’autorità aveva emesso il divieto di mettere piede a Malpensa e lui, indifferente al provvedimento, a Malpensa ci viveva addirittura, come un clochard. Accadde a fine gennaio, dopo l’ennesimo exploit del senzatetto.
A ridosso dell’orario di chiusura degli esercizi commerciali, Salmaso si tuffò dentro a un bar, rubò due bottiglie di prosecco e se ne andò. La dipendente dell’attività gli corse però dietro, cercò di bloccarlo e lui la scaraventò contro il muro. La polizia dello scalo lo trovò poco dopo e lo arrestò. Due settimane prima Salmaso era stato invece ripreso mentre si masturbava disteso sul pavimento del Terminal 1 e denunciato per atti osceni. Il video tra l’altro, girando sul circuito di whatsapp e finendo pure su alcuni siti internet, divenne virale. E sono solo gli episodi più freschi.
