«Una volta una coppia si è presentata in modo indecoroso: lei in tuta e con un foulard, lui in abiti sportivi. Pretendevano che andassimo a celebrare il loro matrimonio al ristorante». Sta tutto in questo racconto del consigliere Alberto Albé, più emblematico di mille spiegazioni, il senso delle modifiche apportate al Regolamento sulle unioni civili.
«Non c’è più rispetto per il Comune, ma anche per il matrimonio in quanto istituzione, se ci chiedono di farsi sposare dagli amici», ha concluso Albé nel consiglio comunale di lunedì. Ecco come il sindaco Gianni Montano ha motivato le novità: «Una nuova regolamentazione è più che necessaria visto l’aumento delle unioni civili e, soprattutto, delle richieste più strane avanzate dagli sposi».
A cominciare da quella di celebrare il matrimonio in orari diversi da quelli d’ufficio e in luoghi diversi dalla sala giunta o dall’ufficio del sindaco: poiché per i pubblici ufficiali sono richiesti tempo e impegno extralavorativo, sono state previste tariffe fino a 500 euro; sarà gratis per chi si sposa in municipio e negli orari di apertura degli uffici. Potrà celebrare l’unione civile solo il primo cittadino o un suo delegato nell’ambito comunale, escludendo chi non è residente e facendo eccezione solo per i sindaci di altri comuni.
Servizio completo sulla Prealpina di mercoledì 1 giugno.