Scelti i “direttori“: il d.g. Salvatore Asmini ed il d.s. Sandro Turotti, la presidentessa Patrizia Testa ha mandato segnali importanti sul futuro della Pro Patria.
Resta da capire quale potrà essere il campionato che i tigrotti disputeranno. Ci sono più che fondati motivi per credere che il sodalizio di Busto Arsizio possa riuscire ad evitare di ripartire dai Dilettanti dopo due retrocessioni consecutive.
Considerato che il nuovo presidente della Lega Pro Gabriele Gravina è fortemente convinto e deciso a riportare il format del torneo a 60 squadre e che molti sono i club in sofferenza, la Pro Patria - economicamente sana e disposta a versare i 300mila euro a fondo perduto - ha più di una possibilità. Una cifra sicuramente consistente, ma con il medesimo investimento economico, aggiunto ad un budgetgià rilevante, la Pro Patria non avrebbe poi la certezza assoluta di vincere il campionato di serie D che in questo momento dovrebbe disputare per i (de)meriti acquisiti sul campo.
Ecco quindi che in attesa dell’investitura ufficiale del d.s. Turotti, le strategie future sono già partite.
Il nuovo arrivato non ha fretta di scegliere il nuovo allenatore, anche se il nome più gradito è quello del bresciano Gianmarco Remondina, tecnico che con lo stesso Turotti ha lavorato per oltre un biennio con ottimi risultati alla Carrarese.
Ma non va neppure scartata l’opzione Oscar Brevi, ex difensore del Torino e della Solbiatese, che Turotti ha avuto alle sue dipendenze nella Cremonese.
Brevi è reduce dalle sfortunate esperienze con Rimini, Spal e Catanzaro, ma è un tecnico giovane e voglioso di ripartire, riscattando stagioni in cui ha pagato colpe sicuramente non solamente sue.
Terza opzione, meno plausibile: lo scafatoLeonardo Acori, sempre con Turotti alla Cremonese, che subentrando proprio ad Oscar Brevi alla diciottesima giornata, ha portato alla salvezza il Rimini ai playout con L’Aquila.