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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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«Pizzocolo è malato»

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«Pizzocolo è malato»

Una metamorfosi improvvisa da anonimo ragioniere di provincia con i suoi vizi privati a mostro fuori controllo: un cortocircuito che lo psichiatra nominato dalla procura avrebbe dovuto indagare a fondo e che invece ha tralasciato.

Sicché ad Andrea Pizzocolo - condannato all’ergastolo in primo grado per il delitto al motel di Olgiate - deve essere riconosciuta una parziale infermità di mente, riducendo la pena al minimo. È la sintesi dell’arringa dell’avvocato Vincenzo Lepre davanti alla corte d’assise d’appello di Milano, conclusa dopo che il presidente Sergio Silocchi ha respinto la richiesta di riapertura parziale dell’istruttoria, al fine di approfondire la psiche del necrofilo di Arese. Che nella mente dell’imputato ci sia stato un blackout, il difensore è certo e fonda la sua sicurezza su una conversazione tra lui e Lavinia Ailoaiei, prostituta rumena diciottenne strangolata con le fascette da elettricista. «Smettila di fare questa vita, che vita è?»: Pizzocolo e Lavinia erano sdraiti sul candido letto del motel di via San Francesco e chiacchieravano. Intanto le microcamere allestite dal ragioniere per il suo snuff movie riprendevano la scena, captando anche l’audio.

Pochi minuti prima dell’aggressione, l’imputato avrebbe suggerito alla giovane di mollare la professione di squillo, quasi fosse un consiglio paterno. «Come potrebbe spiegarsi questa cosa se non con una repentina follia?», ha osservato Lepre.

Ma il sostituto procuratore generale Tiziano Masininon ha concesso sconti. Condividendo in pieno il metodo degli inquirenti e le decisioni della corte d’assise di Busto Arsizio, ha messo a fuoco l’unico possibile movente di Pizzocolo, che con le patologie psichiatriche non ha nulla a che vedere: «È stato mosso da un turpe sadismo e da una feroce perversione». L’ergastolo non è sufficiente: per il sostituto pg i giudici d’appello devono aggiungere anche l’isolamento diurno per la sua durata massima, contemplando così anche l’aggravante delle sevizie: «Non dimentichiamoci che Pizzocolo ha usato due fascette. La prima per strangolarla, la seconda per infliggere ulteriori torture, con sadismo e animo gelido». Non solo: «Mentre si congiungeva al cadavere derideva e insultava la vittima». Si torna in aula settimana prossima.


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