Si poteva fare. Si può ancora fare. L’incendio all’oratorio vecchio di Sacconago non ha mandato in fumo le aspettative di riutilizzo dell’edificio nel cuore della frazione.
Il fuoco acceso da alcuni abusivi ha distrutto parte delle strutture e annerito molte pareti, ma lo stabile resiste e con esso le opportunità che rappresenta per un quartiere che chiede di essere ascoltato e dotato di servizi.
«In passato la stessa Famiglia Sinaghina aveva ipotizzato qualche soluzione - spiega il presidene del gruppo, l’architetto Rolando Pizzoli - Io posso dire il mio punto di vista, legato alle competenze professionali: l’edificio potrebbe ancora diventare un centro servizi per il quartiere, per le sue caratteristiche e perché è stato la residenza di una famiglia importante per il territorio come gli Azzimonti. Si possono coniugare storia e utilizzo corretto, nel rispetto delle architetture».
Si è aspettato troppo? «In effetti sì, ma siamo anche alle prese con una fatalità. Si diceva da tempo che lì entravano degli abusivi, se non ci fosse stato questo incendio non si sarebbe entrati e non ne parleremmo...».
Il vecchio oratorio è di proprietà pubblica ed è vincolato dal Piano regolatore. «E’ la Soprintendenza che si deve pronunciare - continua Pizzoli - Sono certo che ne chiederà il recupero, non sono addentro alle sue logiche ma credo che ci sia una forte probabilità che questo avvenga. In caso di recupero, la cosa migliore sarebbe dare vita a un centro servizi per il quartiere».
Di cosa ha bisogno Sacconago? «Come in altre realtà, servono strutture che possono originare aggregazione. Io vedrei bene l’apertura a parcheggio del piazzale asfaltato davanti all’oratorio e un polmone verde dove c’era il campo di calcio, circondato da spazi già parzialmente piantunati. Sarebbe interessante sentire il parere della gente, capire cosa vuole. Comunque, non ci si può pronunciare finché non si quantificano i danni».