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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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Cane al ristorante? Sì, ecco il cartello

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Cane al ristorante? Sì, ecco il cartello

L’immagine è quella di un cane compiaciuto che stringe tra i denti un osso. Sopra di lui, la scritta “io posso entrare”. È la vetrofonia che il Distretto urbano del commercio sta distribuendo a negozianti e ristoratori del centro cittadino. Ne sono state prodotte circa mille che corrispondono al numero di attività che potrebbero farne richiesta. Si tratta dell’avviso, alla clientela, che il cane può appunto entrare insieme al padrone. Anche al ristorante? Sì, a certe condizioni: in particolare che la lavorazione dei cibi, ovvero la cucina, non sia a contatto con gli avventori. Per il resto, valgono appunto le norme dettate a livello nazionale a proposito di guinzaglio e museruola per le specie meno mansuete e più grandi di taglia. L’immagine da esporre è stata scelta tra un ventaglio di proposte elaborate da studenti delle scuole superiori. È stata scelta quella di Fido sorridente con l’osso perché immediata e giudicata la migliore da un punto di vista della visibilità al cliente. Attenzione: gli esercizi pubblici che consentono appunto l’ingresso del cane, alle condizioni richieste dalla legge, devono specificare questa possibilità nel regolamento interno dell’attività. Questo precisano dal Comune di Varese. L’iniziativa verrà estesa anche ai negozi, bar e ristoranti di periferia. Come sta andando in centro? Si cominciano a vedere i primi “Io posso entrare” in alcuni esercizi. Come detto, l’idea della vetrofania, con il logo In Varese, è nata all’interno del distretto urbano del commercio e sostenuta dall’assessore uscente al Commercio, Sergio Ghiringhelli. È un modo, spiegano in municipio, per informare in modo diretto la clientela che il cane può entrare. E questo vale soprattutto per i bar e i ristoranti (controversa per anni la questione se Fido potesse stare accanto al padrone). Ora sì, è ammesso. Sempre che il titolare dell’attività non sia contrario. Già perché la legge lascia facoltà: sì o no. Salvo casi particolari come i cani da accompagnamento, che ovviamente entrano.


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