Con caratteri e posizioni incompatibili, il sindaco Emanuele Antonelli e la donna forte della Lega Paola Reguzzoni sono ormai vicini allo strappo.
Non c’è accordo fra i due sugli equilibri di giunta. E il primo cittadino è pronto a forzare la mano, facendo di testa propria, cioè riducendo il drappello padano a tre assessori invece di quattro, accordandosi per la presidenza del consiglio comunale a Gigi Farioli invece che assegnarla al Carroccio, aggiungendo due posti in squadra per Forza Italia e tenendo altri due tasselli del mosaico per sé.
Insomma, dopo giorni trascorsi a cercare un’irraggiungibile mediazione, il nuovo reggente di Palazzo Gilardoni è pronto a rompere gli indugi. E a rompere pure con l’esponente leghista, sfidando l’incognita legata al fatto che la sezione padana faccia ostruzionismo oppure no.
Reguzzoni, che ha fiutato l’aria che tira, ha già accennato ai suoi l’idea di non inserire nessun elemento in giunta, garantendo solo un apporto esterno alla maggioranza. Ma la cosa non pare aver raccolto grandi consensi. Così adesso fa sapere: «Il sindaco ha la mia fiducia e può nominare chi vuole nel ruolo che vuole. Ma lo faccia alla svelta». E non è da escludere che questo accada a stretto giro di posta, anche perché l’esito dei ballottaggi di domenica ha rafforzato Antonelli, lasciandolo alla guida dell’ultimo e più importante fortino provinciale del centrodestra, che la segreteria del Carroccio non farebbe mai saltare in questa situazione, col rischio di rimettere in gioco anche Busto.
Così nelle scorse ore il sindaco una sua idea di esecutivo se l’è fatta e sta aspettando solo che s’incastrino un paio di tasselli, utili a fare in modo che in consiglio comunale entri qualche personaggio che lo aiuti a tenere botta in caso di trappole sulle delibere.
Quella della tenuta in fase assembleare è infatti la grande incognita dell’amministrazione diretta dal commercialista bustese, il quale però ormai ha capito che non potrà accontentare tutte le anime della propria coalizione e che il partito dei delusi sarà consistente in qualsiasi caso.
Proprio su questo punto debole sta invece giocando Reguzzoni, forte dell’essenzialità dell’appoggio padano (6 consiglieri su 15) e quindi impegnata ad alzare il prezzo per concedere la fedeltà del Carroccio. Anche per questo lei un ruolo in giunta non lo vuole e preferisce restare in assise, anche se il primo cittadino non si spaventa e resta convinto che molti degli eletti leghisti non si faranno pilotare verso uno scontro. In mezzo a tutto ciò sono già partite telefonate per convincere Gian Franco Tosi a valutare la presidenza di Accam che, se accettata, toglierebbe dallo scacchiere assembleare un altro elemento non certo controllabile dall’ala reguzzoniana del movimento.