Paolo Moretti fa il primo punto sui lavori in corso per la costruzione della sua Openjobmetis versione 2016-17, partendo dalla corsia preferenziale verso il mantenimento dello schema 3+4+5 in virtù della partecipazione alle coppe. «È una scelta quasi forzata che potremmo mutare solo se trovassimo ancora un italiano importante - dice il tecnico - ma ormai quel mercato si sta inaridendo. La realtà e che trovare 5 italiani competitivi per allestire un roster profondo, in grado di giocare da 40 a 50 partite tra campionato e coppa, si è rivelata impresa ardua». E il roster profondo da 11 giocatori è indispensabile per la grande sfida lanciata dal coach aretino nel proporre una Varese competitiva sui due fronti: «La si può considerare una scelta culturale: è una vetrina che vogliamo fortemente mantenere dopo le emozioni dei mesi scorsi. E il nostro obiettivo è quello di riuscire ad essere egualmente competitivi sia in campionato che in coppa: la storia dice che chi fa bene in Europa rischia di pagare dazio in Italia, noi abbiamo l’ambizione di sfatare questo tabù».
Al di là della conferma di Cavaliero, Ferrero e Campani, il parco stranieri andrà però rinnovato in toto alla luce della fumata nera della trattativa con Kangur: «Non possiamo impegnare volumi importanti di denaro in questa fase iniziale del mercato, dunque qualsiasi operazione, a partire dai rinnovi, deve essere sostenibile; per quanto riguarda Kangur ognuno è libero di fare le sue scelte, resto comunque grato a Kristjan per quel che ha fatto nei 4 mesi finali della stagione».
Moretti conferma tra le righe l’interesse forte di Varese nei confronti di David Moss e illustra gli altri incastri dei passaporti: «Il playmaker sarà americano, così come l’ala piccola col quale spero si metta in fretta nero su bianco; sulla guardia stiamo valutando anche giocatori con provenienza diversa dagli Usa, ma non è facile perché oggi non sono raggiungibili. In ogni caso play e ala piccola dovranno essere i fari del gruppo come accaduto nel finale della stagione passata. Nel reparto lunghi cerchiamo 3 giocatori di passaporto europeo che insieme a Campani possano creare un reparto profondo e intercambiabile per caratteristiche e minutaggi». Il coach toscano “sposa” inoltre la filosofia di mercato impostata da Coldebella sui giovani europei a partire dalla scelta di Avramovic: «Fare le coppe ha un grande appeal nei confronti dei giocatori, anche se più con gli stranieri che gli italiani; l’intento è quello di costruire una squadra con ragazzi molto motivati e disponibili a dare sempre il massimo. Un gruppo più europeo? Si, se capiscono che Varese è una piazza in grado di offrirgli grandissimi margini di crescita. Voglio giocatori che dicano sì in 10 minuti e non aspettino settimane per darci risposta. Avramovic? Ha motivazioni straordinarie, fisicamente assomiglia a Carlo Della Valle, un mancino col passo lungo che adora il campo aperto, passa bene la palla e segna in tanti modi, inoltre ha braccia lunghissime e grandi qualità difensive».