Un cerbiatto ferito nel prato di casa e due ore di scaricabarile telefonico tra istituzioni. Ecco il motivo della lettera firmata dal lettore Francesco Carnevali, che diu seguito pubblichiamo.
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Il 14 giugno scorso alle ore 21 ero nel prato di mia proprietà a Mesenzana località “Maro” ed ho notato nell’erba una macchia scura, mi sono avvicinato ed ho visto sdraiata una cerbiatta immobile con ferite nella parte superiore della testa ed una più profonda sull’attacco della coscia posteriore destra. Rimanendo a dovuta distanza, per evitare paura ed agitazione nell’animale, mi sono allertato a telefonare perché qualcuno (?) intervenisse.
A questo punto incomincia la problematica “all’italiana” dello scaricabarile:
chiamo il 112, numero unico per le emergenze, l’operatore mi indirizza ai vigili del fuoco;
vengo contattato dai vigili del fuoco che mi informano che non è loro competenza intervenire, ma è compito della polizia che avrebbero contattato direttamente loro;
verso le ore 22, non ricevendo nessuna chiamata, mi rimetto in contatto con il 112 che trasferiscono la chiamata ai carabinieri;
vengo contattato dai carabinieri che mi comunicano che non è loro competenza intervenire e mi dicono di telefonare al n. 0332.277111;
chiamo il n. di telefono fornitomi dai carabinieri e vengo avvertito che non è di loro competenza soccorrere la fauna selvatica e mi invitano a chiamare il n. 3488283882.
Dopo vari tentativi, senza risposta, visto il buio e la minaccia di temporale decido di recarmi a casa a recuperare una asse ed un telo protettivo. Al ritorno scopro che il cerbiatto è fuggito, spaventato dai lampi e dai tuoni, spero che si sia rifugiato nel bosco e che sia riuscito a sopravvivere.
Spero che quanto ho riportato sia di aiuto a chi di dovere perché non succedano più situazioni che alla fine mi hanno lasciato solo amareggiato e mi hanno fatto sentire quasi in colpa.