A quanto pare gli agenti della Polaria lo avrebbero sorpreso con le mani nel sacco. Ma Angelo Margiotto - quarantottenne di Villa Cortese già noto alle forze dell’ordine e difeso dall’avvocato Luca Ciacci - ha giurato di essere completamente estraneo ai furti commessi nel parcheggio dell’aeroporto.
È stato portato in tribunale per il processo con rito direttissimo, come disposto dal pubblico ministero Nadia Calcaterra. Il giudice monocratico Piera Bossi gli ha concesso l’obbligo di dimora nel suo paese, nonostante il pm Dorotea Sanna avesse chiesto la detenzione in carcere, dopo di che ha rinviato l’udienza a luglio per la sentenza.
Nel frattempo gli investigatori dello scalo sono già all’opera per verificare se sia lui l’autore della sequela di furti denunciati nelle scorse settimane. Che fosse lui il ladro incallito che dipendenti e utenti non tolleravano più?
Una cosa è certa: dopo l’allarme razzie, la Polaria ha organizzato i necessari servizi di appostamento e domenica sera davanti allo sguardo attento degli investigatori è comparso lui. Lo avrebbero quindi osservato mentre sfasciava i finestrini per arraffare ciò che gli capitava e hanno atteso che terminasse il lavoro prima di palesarsi. Quindici i veicoli vandalizzati.
L’uomo si è poi affrettato verso la stazione dei treni ed è montato sul convoglio che l’avrebbe riportato dalle sue parti. Ma dietro di lui c’erano gli agenti che l’hanno subito fermato. A terra, vicino all’auto in cui era stato visto trafficare, hanno infatti trovato un martelletto. In tasca del quarantottenne c’era invece un cellulare di cui era stato segnalato il furto. Insomma, per gli agenti al comando del primo dirigente Giuseppina Petecca dubbi non ce ne sono stati, sicché sono scattate le manette. Ma lui continua a negare.