Primo luglio, assemblea per le “prove tecniche di fusione”. Con Cuvio sicuramente, ma forse anche con altri Comuni. Qualche nome? Cassano Valcuvia, per esempio, ma anche Rancio e Masciago Primo. E Duno, Azzio, Orino? Qualcuno si spinge fino a Castello Cabiaglio.
La faccenda è aperta e promette di diventare il leit motiv dei prossimi mesi di vita amministrativa in una valle che fino a ieri non voleva nemmeno sentir parlare di rinunciare ai campanili. La spallata l’ha data due settimane fa il referendum con cui la popolazione di Cassano ha dichiarato a larga maggioranza di auspicare proprio una fusione con Cuveglio. «Ne prendo atto e vedremo. Per ora di ufficiale non ho in mano nulla -assicura il sindaco Giorgio Piccolo- ma da tempo pensavo a un’assemblea pubblica per spiegare i vantaggi di un accordo con Cuvio. La terremo in sala consiliare venerdì prossimo». Prima di sbagliare obiettivo (ricordate come andò tre anni fa con il referendum proprio a Cassano?), meglio tastare il polso agli abitanti. Anche la minoranza di “Cuveglio da Vivere” esce allo scoperto: «Esprimiamo tutta la nostra soddisfazione per le recenti dichiarazioni del sindaco relativamente all’idea di fusione. L’idea di costruire un grande Comune di centro valle per dare maggior peso politico al territorio è stata da noi promossa da lungo tempo. Basti ricordare l’incontro di un anno fa in Comunità montana col presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo. Prendiamo atto che tale necessità sia ora sentita anche dalla giunta Piccolo dopo anni di pochissime parole sull’argomento. Siamo pronti a collaborare per la fusione e non solo tra Cuveglio e Cuvio».
Appunto: che peso potrà avere il referendum di Cassano del 12 giugno? «È quello che vorremmo verificare -risponde il sindaco Marco Magrini- con la richiesta, che stiamo presentando ufficialmente in queste ore a tutte le realtà vicine, di istituire un tavolo di lavoro che discuta la questione».
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