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Orrigoni “licenzia” Campiotti

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Orrigoni “licenzia” Campiotti

«Scusi Orrigoni ha letto quello che ha scritto Campiotti?».

«Sì e conferma la bontà della mia decisione di non voler avere nulla a che fare con quella e altre persone. E dirò di più: Campiotti in un’azienda privata sarebbe stato già licenziato».

Paolo Orrigoni, candidato sindaco del centrodestra, sconfitto al ballottaggio da Davide Galimberti, del centrosinistra, sta preparando la borsa. Stasera partirà per le Dolomiti. Ferie ad alta quota?

No, niente relax e anzi qualcosa di molto, molto impegnativo; parteciperà al “Gran Fondo”, gara in bici di oltre cento chilometri che attraversa passi della catena montuosa. Inutile dire che servono gambe e resistenza. Orrigoni è allenato. Meno forse alle critiche e agli attacchi, come quello che gli è stato recapitato dal presidente della Fondazione Molina, Christian Campiotti, esponente di spicco dell’Udc. In una lettera aperta, Campiotti ha parlato di «sistema di potere di Orrigoni» che sarebbe stato «sconfitto» ma «non eliminato».

Il presidente del Molina ha quindi difeso la gestione dell’istituto di viale Borri e in particolare la sottoscrizione di bond di Rete 55 Evolution Spa perché legittimi e ad alta redditività. Quella dei bond era stata una questione sollevata nella lettera anonima - ribattezzata il documento del corvo - ricevuta da diversi politici in città; puntava l’indice contro gli accordi che avrebbero spostato voti, al ballottaggio, dalla Lega civica di Stefano Malerba al centrosinistra di Galimberti. E quindi: lettera aperta contro lettera anonima. Dunque, puntata numero tre, ecco la replica di Orrigoni a Campiotti, risposta peraltro abbastanza sintetica anche se molto ficcante: «In una azienda privata, Campiotti sarebbe stato licenziato il giorno dopo».

Articolo completo sulla Prealpina di venerdì 1 luglio.


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