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Giunta: fumata nera del Pd

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Giunta: fumata nera del Pd

Troppi appetiti, insufficienti disponibilità.

A sue settimane dalla sua elezione a Palazzo Estense, Davide Galimberti non ha ancora sciolto il nodo della scelta degli assessori che lo affiancheranno al tavolo della Giunta. Il sindaco è in ritardo e, forse, in difficoltà. «Questione di giorni» si affannano a ripetere i più stretti collaboratori dell’avvocato che ha imposto al centrodestra lo sfratto dal municipio.

Nel frattempo, tuttavia, non manca chi, dalla tribuna dei social network, si fa carico di ricordare al primo cittadino la promessa (non mantenuta) di varare l’esecutivo entro dieci giorni. Galimberti aveva sottoscritto l’impegno nel corso della campagna elettorale ma nelle ultime ore ha dovuto prendere atto di alcuni ostacoli che, in parte, non aveva previsto.

Lo scoglio che più preoccupa il sindaco è affiorato nel corso delle consultazioni avviate già la scorsa settimana per «rafforzare» la Giunta attraverso la presenza di tecnici esterni, professionisti disposti a investire energie nell’attuazione del programma amministrativo elaborato dal centrosinistra e premiato dagli elettori.

Le personalità fin qui interpellate non avrebbero ancora sciolto le riserve con conseguenze destabilizzanti sugli equilibri politici da la lista dei convocati nella squadra degli assessori non possono prescindere.

Soprattutto se, come è noto, il sindaco resta determinato ad assegnare a un tecnico la super delega che riunisce in un unico assessorato un pacchetto di otto «competenze» su urbanistica, Pgt, mobilità, lavori pubblici, manutenzioni e altro.

Da questa nomina, par di capire, potrebbero discendere a cascata le altre. Ne ha discusso l’altra sera anche la Direzione cittadina del Partito democratico.

Riunione fiume, che si è sviluppata in assenza del sindaco e si è conclusa con la classica “fumata nera”.

Il Pd non è infatti riuscito a bilanciare pesi e contrappesi e non ha presentato a Galimberti alcuna designazione e neppure una rosa di nomi tra cui scegliere i cinque assessori che i patti di coalizione assegnano ai democrat (le altre quattro poltrone sono appaltate alle liste civiche Varese 2.0 e Progetto ConcittaDino e alla discrezionalità del sindaco).

I nomi sul tavolo sono quelli dei renziani Luisa Oprandi e Andrea Civati, ma anche quelli dell’ex capogruppo Fabrizio Mirabelli, di Rossella Dimaggio, di Francesca Ciappina e dell’ex segretario cittadino Roberto Molinari, accreditato per una possibile delega ai Servizi sociali o, in alternativa, alle Attività produttive.

Lo stato maggiore del Pd tornerà in conclave lunedì 4 o martedì 5 luglio e questa volta il sindaco sarà presente. Nell’attesa le uniche certezze sul futuro esecutivo sono circoscritte ai ruoli di Daniele Zanzi (vicesindaco con competenze su Polizia locale e attuazione del programma) e di Dino De Simone (assessore all’ambiente, benessere e sport) che hanno già preparato la lettera di dimissioni dal Consiglio comunale e allertato per il subentro i primi dei non eletti nelle rispettive liste.


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