Era cominciata come una banale lite tra vicini, è finita che una famiglia ha perso la casa, venduta all’asta giudiziaria. E a comprarsela è stato proprio il vicino con il quale la famiglia aveva avviato il suo contenzioso.
Non è una novità che un immobile finisca all’asta: dal 2008 a oggi, quando s’è iniziata la crisi che ha travolto tante famiglie, i casi si sono moltiplicati. Chi ha comperato un immobile e ha contratto debiti che non riesce a pagare, viene aggredito sul solo patrimonio disponibile. Che appunto di solito è un immobile.
Questa volta è capitato a una coppia che i suoi debiti li aveva contratti nei confronti del vicino, che aveva lamentato dei danni provocati durante la ristrutturazione dell’appartamento.
La coppia aveva comperato la casa e l’aveva sistemata, durante i lavori il vicino aveva però affermato di aver subito dei danni: un passo dopo l’altro, il Tribunale ha deciso che i danni c’erano e che i debiti dovevano essere pagati mettendo all’asta l’immobile.
E l’altra mattina la coppia è stata sfrattata da quello che era il suo appartamento.
«Per noi è un incubo - racconta il capofamiglia -. Siamo disperati e non sappiamo come fare. Quel che ci risulta ancora più difficile da accettare è che il nostro vicino abbia la nostra casa gratis. Ci sentiamo truffati».
Tutto cominciò nel 2005
Questo però è solo l’amaro epilogo di una storia cominciata undici anni fa.
Era il 2005 quando la coppia, avendo deciso di sposarsi, aveva ristrutturato l’abitazione in un cortile che qualche anno prima era stata acquistata dalla madre della sposa.
I problemi erano nati proprio a causa delle ristrutturazioni fatte in quel periodo: il vicino lamentava di aver subito dei danni al suo appartamento, e pretendeva dei soldi. La coppia non era d’accordo, e così inevitabilmente il contenzioso era arrivato in tribunale. Dove a colpi di perizie il giudice aveva sentenziato in favore del vicino.
Concluso il primo grado di giudizio, la sentenza era stata appellata, ma anche in quel caso il giudice aveva stabilito che il vicino aveva ragione e doveva essere pagato.
Incassato il secondo giudizio sfavorevole, la coppia non aveva ritenuto fosse il caso di rivolgersi alla Cassazione, e così la sentenza era passata in giudicato. Il tempo di depositare la sentenza definitiva, ed era partita l’ingiunzione di pagamento.
Non rassegnandosi ad aver perso la causa, la coppia non aveva però mai versato un euro. E così alla fine si è arrivati al pignoramento della casa.
Come prevede la legge l’immobile era finito all’asta: dopo una prima gara andata deserta, alla seconda la casa è stata acquistata dal vicino, che ha così inteso tutelare il proprio debito prima che l’appartamento fosse ulteriormente deprezzato. Anche perché col passare degli anni tra more e interessi il debito originario si era ormai triplicato.
Lo sfratto è stato eseguito nei giorni scorsi, ovviamente la coppia non si rassegna: il capofamiglia parla di un clamoroso errore giudiziario ma le perizie parlano chiaro e il giudice non ha fatto altro che basarsi su quello che avevano scritto i tecnici.