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L’infinita fabbrica: il cinema in Duomo

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L’infinita fabbrica: il cinema in Duomo

Entrare in Duomo come nessuno finora ha mai fatto. Scoprirne la storia, il quotidiano e infinito lavoro di marmisti, carpentieri e fabbri avendo la possibilità, allo stesso tempo, di apprezzare i loro capolavori.

Un film documentario che racconta la Cattedrale milanese e che per farlo sceglie come teatro della proiezione proprio le navate della chiesa voluta da Gian Galeazzo Visconti.

“L’infinita fabbrica del Duomo”, questo il titolo della pellicola firmata da Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, andrà in scena all’interno della cattedrale milanese lunedì 11, con inizio alle 20.30.

Una serata speciale, in collaborazione con “Milano Design Film Festival”, che attraverserà gli oltre seicento anni del monumento simbolo della città nel mondo.

«Il nostro è soprattutto un film sul tempo», spiegano i registi.

«Del resto il Duomo è una costruzione che prosegue da secoli e che richiede manutenzione continua. Le persone che vi lavorano sanno che non vedranno mai il risultato finale del loro impegno e della loro fatica».

Era il 1387 quando i primi blocchi di marmo uscivano dalle cave di Candoglia. Pietre che nei secoli sono passate tra le mani di un esercito di uomini, dei quali nessuno conosce il nome.

«Il film – proseguono D’Anolfi e Parenti – è un omaggio al lavoro di queste persone senza volto. Il Duomo in fondo l’hanno realizzato loro, con il loro lavoro anonimo ma di grande entità».

Ed è proprio l’opera di edificazione quotidiana che il film vuole mostrare.

Dalle cave al cantiere, dall’archivio della Cattedrale al campo base sulle terrazze: per più di un anno i registi hanno vissuto accanto agli operai della Veneranda Fabbrica, cogliendone emozioni, gesti e visioni. Un modo per risvegliare in tutti la coscienza di ciò che il Duomo rappresenta; alla città, infatti, la proiezione sarà offerta gratuitamente, fino a esaurimento posti, con ingresso a partire dalle 20.

“L’infinita fabbrica del Duomo”, presentato in anteprima alla sessantottesima edizione del Festival del Film di Locarno, è il primo capitolo di “Spira mirabilis”, un lavoro che affronta il concetto di immortalità attraverso i quattro elementi della natura: «Questo esordio rappresenta la terra», spiegano ancora D’Anolfi e Parenti.

«Il Duomo è fatto di pietra e al contempo tende verso l’infinito: è stato progettato perché durasse per sempre».

A rendere ancora più magica l’atmosfera, oltre alle musiche di Massimo Mariani, le immagini del Duomo di notte. Una prospettiva diversa e inattesa, sicuramente inedita: «Lo mostriamo come nessuno lo vede mai» è la promessa dei registi. «Abbiamo scoperto un silenzio potente, forse il momento in cui si ha la maggiore spiritualità».


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