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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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Varese e il play misterioso

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Kevin Dillard, 27 anni, pareva il play giusto per l’Openjobmetis

Sfumato il Maynor 2 (Eric sembra vicino a Trento, dove si ricostituirebbe la coppia vista a Varese con Johndre Jefferson), si allontana anche Dillard: ancora in alto mare la ricerca del playmaker a cui affidare le “chiavi” della nuova Openjobmetis.

La convocazione in Nazionale blocca l’affare Kevin Dillard: il 27enne playmaker statunitense visto nel 2013/’14 a Casale Monferrato era un giocatore considerato con grande attenzione dalla società di piazza Monte Grappa, che però si sarebbe fermata di fronte agli impegni estivi con l’Albania dell’atleta del 1989.

Il giocatore che nel 2015/’16 ha vestito tre maglie (un mese a Cholet, poi tre in Grecia da capocannoniere all’Apollon Patrasso, infine due mesi in Belgio ad Anversa appena dopo l’eliminazione da parte di Varese nei playoff di Fiba Cup) dovrà infatti rispondere alla chiamata del Paese di cui sta per acquisire il passaporto, documento prezioso per consentigli di acquisire lo status europeo.

Ma per Varese la necessità è quella di avere la squadra al completo al più presto possibile, nell’ottica di arrivare preparati ai delicati appuntamenti dei preliminari di Champions League con il primo impegno agonistico ufficiale della stagione in programma già il 27 settembre. Esclusa, dunque, la possibilità che il giocatore cardine del sistema di Paolo Morettipossa arrivare dopo 4 settimane di lavoro. A meno di clamorosi colpi di scena la ricerca proseguirà su altri canali, sondando ai quattro angoli d’Europa un profilo adatto sul piano tecnico e umano agli incastri in fase di ultimazione.

Esclusa anche l’idea dell’ex romano Jordan Taylor per rischi troppo elevati dal punto di vista della tenuta fisica, la scelta del playmaker resta comunque vitale prima di definire gli altri due elementi negli spot di ala piccola e ala forte: la preferenza sarebbe quella di cercare un giocatore che abbia capacità offensive oltre che qualità da attivatore, indispensabili per sfruttare appieno le doti balistiche di Melvin Johnson e il gioco interno sugli scarichi di O.D. Anosike.

L’elenco dei playmaker “freschi” con esperienza europea e un minimo pédigrèe internazionale si sta però assottigliando, con la necessità eventuale di pescare giocatori dai 30 anni in su, oppure ricorrere al mare magnum dei talenti borderline NBA tra D-League e Summer League. Ossia quel che si voleva evitare per il ruolo nevralgico della regia, per non incorrere nel rischio di un processo di adattamento al basket europeo troppo lungo come quello del 2015/’16 per Maalik Wayns.

L’usato sicuro e l’esperienza costano, ma al volante della nuova OJM serve assolutamente un pilota provetto che possa mettere in pratica le direttive di coach Moretti, dando garanzie sul piano tecnico e soprattutto umano. Ovvero la chiave di volta utilizzata finora per tutte le scelte di mercato, partendo dall’accordo con Melvin Johnson dopo il faccia a faccia a Las Vegas con Max Ferraiuolo: Varese non vuole più avere sorprese con giocatori scelti più o meno a scatola chiusa, per questo trovare gli incastri giusti tra aspetti economici e profilo tecnico-caratteriale è stato così complicato finora.

Ora, però, è il momento di raccogliere i frutti del gran lavoro di setaccio svolto dal d.g. Claudio Coldebella...


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