Tra i motivi validi per seguire su Sky Sport gli Europei di basket, finora a Berlino e dal weekend a Lille per la fase finale (ottavi, quarti e - si spera - semifinali e finali) fino al 20, c’è certo la presenza di Ariadna Romero. L’attrice e modella cubano-varesina (lei e Lollo Gergati, professione cestista, hanno pronunciato il fatidico «sì» proprio nella Città Giardino), lanciata da Leonardo Pieraccioni in "Finalmente la felicità" e dalla Rai con "Ballando con le stelle" e "Pechino Express", affianca infatti quotidianamente Fabio Tavelli allo Studio EuroBasket che fa da raccordo tra una partita e l’altra.
La pallacanestro è il suo sport preferito?
«Sono sincera, ho imparato ad amarla dopo avere incontrato Lollo e Varese. La palla a spicchi da noi è di casa, fa parte dello stato di famiglia. Volente o nolente avrei dovuto farci i conti; a poco a poco il basket mi ha conquistato e il fatto che mi abbiano chiamato in tv per una trasmissione dedicata agli Europei mi lusinga. Se poi si aggiunge che con noi c’è anche un mito come Dino Meneghin, nome caro ai varesini. non è difficile capire perché sono felice».
L’Ariadna tifosa da che parte sta?
«C’è da chiederlo? Con l’Italia naturalmente; sempre forza azzurri! Con la Germania sono stati fantastici».
Anche perché Cuba ovviamente non è presente...
«E il basket non è comunque uno sport in cui eccelle; non rientra tra quelli più giocati e più visti da noi».
Lo sport in generale è però tenuto in grande considerazione.
«Vero e anche se non ho mai realmente svolto attività agonistica, io stessa da ragazza qualche partita a baseball l’ho giocata; credo siano state le mie migliori prove sportive».
Chi ha visto o ascoltato Buena Vista Social Club pensa che la vita dei cubani sia sempre accompagnata dalla musica.
«E non sbaglia. La gente si mette a cantare e ballare ovunque. Anche mentre aspetta alla fermata del bus».
Il disgelo dei rapporti con gli Usa?
«Finalmente. Ero a Cuba quando hanno riaperto l’ambasciata americana; una gioia per tutti i cubani».
A “Pechino Express” c’è ancora una varesina. Lei che ci è già passata, cosa consiglia a Laura Forgia?
«Di crederci, di non mollare mai. Ambientarsi è difficile, andare avanti lo è forse anche di più ma vale la pena di vivere questa esperienza il più a lungo e intensamente possibile».
Quale è stato il momento più difficile?
«I giorni in Cambogia, toccare con mano la povertà estrema sentendosi in colpa perché in fondo si era lì per un gioco. Povertà stridente con la dignità della gente e con la bellezza del Paese».
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Ariadna illumina il basket
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