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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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Uva, il superteste arriva dall'Africa

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Uva, il superteste arriva dall

Uno dei tre superperiti non si è presentato per un «impegno istituzionale» legato al suo ruolo di presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia all’Università di Padova. Mentre un altro ha fatto sapere che non era riuscito a prendere il treno, sempre da Padova, perché non c’erano posti liberi a causa del grande afflusso di visitatori a Expo. Incredibile, ma vero: al processo per la morte di Giuseppe Uva, sette anni e tre mesi dopo il decesso del quarantatreenne all’Ospedale di Circolo, questi sono i motivi per cui ieri nell’aula bunker del Tribunale di Varese non si è potuta svolgere la seconda parte dell’audizione dei tre cosiddetti superperiti, già protagonisti di un primo processo a carico di un medico dell’ospedale, poi assolto (ora sono alla sbarra, tra l’altro per omicidio preterintenzionale, due carabinieri e sei poliziotti).
Una cattiva notizia a cui per fortuna ha fatto da contraltare una notizia positiva: dall’Africa ha fatto sentire la sua voce, attraverso una mail inviata al procuratore della Repubblica Daniela Borgonovo, che nel processo davanti alla Corte d’Assise presieduta da Vito Piglionica rappresenta la pubblica accusa, il medico Desiré Noubissié, che era stato dato per disperso e invece ora si dice disponibile a tornare in Italia per testimoniare. Noubissié, la notte in cui Uva fu portato nella caserma dell’Arma dopo che aveva commesso un piccolo atto vandalico in centro, fu il primo dottore a intervenire in via Saffi, dato che lavorava alla Guardia medica. Certo, nel corso delle indagini è già stato interrogato due volte, ma quello che verrà a dire in aula è ugualmente molto importante perché fu il primo soggetto “esterno”, rispetto alle forze dell’ordine, ad avere a che fare con Uva. A quel punto già vittima di un pestaggio, secondo il suoi familiari. Oppure - sostengono i carabinieri e i poliziotti sotto processo - agitato al punto da essere letteralmente incontenibile e da commettere atti di autolesionismo.
Tornando ai superperiti, i professori Santo Davide Ferrara e Gaetano Thiene hanno scritto per giustificare la loro assenza, e hanno promesso che saranno nell’aula bunker con il collega Angelo Demori, venerdì 11 settembre regolarmente presente, il prossimo 2 ottobre. A sollevare perplessità rispetto alle giustificazioni dei due, è stato in aula uno dei difensori, l’avvocato Fabio Schembri: «Il fatto di avere un impegno all’università e il fatto che il treno fosse pieno possono considerarsi legittimi impedimenti? - si è chiesto il legale -. Sapevano entrambi che l’udienza era fissata per venerdì da un paio di mesi e il professor Thiene ha scritto di essere andato a fare il biglietto del treno questa mattina (venerdì, ndr)... La Corte valuti se non si debba disporre l’accompagnamento coattivo».

Una richiesta decisamente “forte” alla quale la Corte ha risposto in modo soft: nuova udienza, dopo una verifica telefonica con entrambi, tra tre settimane.
Anche Noubissié ha scritto, come detto, e ha spiegato che a lungo non era stato possibile contattarlo perché si trovava in una zona del Camerun senza collegamenti Internet: «Sto realizzando un mio vecchio desiderio e cioè dar vita nel mio paese natale a un centro clinico dopo vent’anni trascorsi in Italia - sostiene il medico -, ma qui le cose vanno per le lunghe e la mia situazione finanziaria è precaria: sono assolutamente disponibile a testimoniare al processo, ma vi chiedo di fissare il mio esame per l’autunno inoltrato, quando i biglietti aerei costano meno».
Sulla base di un nuovo calendario, Noubissié dovrebbe essere quindi interrogato il prossimo 12 ottobre. E oltre a quella del 2 ottobre sono già state fissate altre cinque udienze fino al 30 ottobre. La Corte spera di chiudere per quella data, visto che il 20 ottobre il processo compirà un anno.


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