«Ho studiato una vita per fare questo lavoro e ora mi impediscono di svolgerlo»: ha letto una lettera a titolo di spontanee dichiarazioni la maestra che risponde di abusi sugli alunni dell’asilo. A ottobre dell’anno scorso venne condannata dal gup Nicoletta Guerrero a tre mesi di reclusione e a 3500 euro di risarcimento per i cinque bambini che avrebbe trattato con poca delicatezza, l’altro giorno la prima sezione penale della corte d’appello di Milano ha confermato in toto la sentenza di primo grado, malgrado l’impegno e gli sforzi difensivi, anche in sede di arringa, dell’avvocato Federico Papa. Nel frattempo la donna è sospesa dal servizio ed è disperata: ragazza madre, è in gravi difficoltà pure a mantenere suo figlio. Ma ciò non attenua minimamente la soddisfazione delle parti civili costituite e patrocinate dall’avvocato Laura Satta, che ha seguito la vicenda e le indagini - condotte dal pubblico ministero Nadia Calcaterra e dai carabinieri di Mornago - fin dalle battute iniziali. L’inchiesta era approdata a processo per maltrattamenti e fu appunto il gup a riqualificare il reato in abuso di mezzi di correzione. In altre parole l’insegnante era incapace di gestire e tenere a bada la classe e, completamente sopraffatta dalla vivacità dei bambini che le facevano le linguacce alle spalle, ricorreva a strattoni, spintoni e castighi alla vecchia maniera per tenerli a bada. E i filmati delle telecamere che gli inquirenti piazzarono dopo le denunce sporte dai genitori, ben la rappresentano.
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Maestra severa, pena confermata
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