«Il rock’n’roll diventi bene comune e patrimonio dell’umanità». Come la Torre Eiffel, il Colosseo, l’acqua o stando alle nostre latitudini il Sacro Monte di Varese. La proposta di inserire il genere musicale nato oltre oceano ma dilagato poi ovunque, arriva da un intenditore: il varesino Pino Tuscano, ideatore negli anni ‘80 di una delle più grandi organizzazioni di concerti in Italia, promotore di eventi culturali e sociali (legati ai suoni) e autore di libri sui sound popolari.
Il prossimo appuntamento, sotto la sua regia, è per sabato 19 a Milano: l’Ortica festival, dedicato al rock’n’roll, con la partecipazione di uno degli interpreti storici del rock di casa nostra, Bobby Solo. E nell’occasione, Tuscano lancerà la proposta: il rock and roll nel “tempio” dell’umanità, un bene (immateriale) da tutelare al pari di quelli (materiali) più celebri e preziosi.
«È arrivato il momento di accogliere la musica tra i beni comuni e i valori tutelati dalle istituzioni pubbliche - scrive Tuscano in una lettera aperta - In questo caso, mi riferisco in particolare al rock’n’roll che attraverso il suo forte vento di novità ha contribuito al cambiamento della cultura, del costume, della società». «Anche la Repubblica italiana - aggiunge Tuscano, che è presidente del dopolavoro ferroviario di Milano e componente della giunta nazionale - dovrebbe attribuire al rock’n’roll un riconoscimento ufficiale, tutelando e promuovendo tutte le sue forme materiali e immateriali, storiche, artistiche e culturali. Nonostante abbia avuto origini negli Stati uniti , questo genere musicale ha infatti via via messo profonde radici in tutto il mondo e, spesso in forme e modi peculiari, anche nel nostro paese».
Tuscano, noto a Varese anche per il suo impegno politico col Pd, di cui è responsabile della comunicazione, sottolinea quindi come il rock abbia dato «un contributo eccezionale, a partire dagli anni ‘50, a modificare profondamente i costumi e il modo di pensare, a infrangere vecchi tabù, a farci uscire dal “piccolo mondo antico” dell’Italia post-bellica. E’ stata una storia di socializzazione, sprovincializzazione, visione internazionale». Con Elvis, tutto non è stato più come prima insomma. E lo disse anche John Lennon: «Prima non c’era niente». Confermato da Keith Richards dei Rolling Stones: «Prima di Elvis il mondo era in bianco e nero. Poi è arrivato... ed ecco un grandioso technicolor».
Tuscano ha come obiettivo quello di dare vita ad un movimento di opinione «che sostenga la proposta di inserire ufficialmente anche il rock’n’roll nel patrimonio culturale dell’umanità». Anche? Sì perché c’è un precedente musicale: «L’Unesco lo ha già fatto nel 2009 per il tango» e nel corso degli ultimi anni anche per danze ed espressioni musicali meno note. Ora tocca al rock. Che essendosi sviluppato grazie ai juke box, verrebbe da dire... giù il gettone, tutti in pista».
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'Rock'n'roll patrimonio Unesco'
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