Da mesi ormai, dall’alluvione dello scorso luglio, un muro adiacente l’argine dell’Arnetta in via Volta ha ceduto, franando nell’alveo senza provocare danni ad altre cose o esseri viventi, ma lasciando una preoccupante lacerazione nel muro che dà verso i parcheggi sotterranei di alcune palazzine di recente costruzione. Numerosi i solleciti per un intervento che possa porre rimedio, ma non è semplice capire chi per primo dovrebbe muoversi. La responsabilità dovrebbe essere dei privati e, soprattutto, dell’Aipo, l’Agenzia Interregionale Per il Fiume Po, l’ormai ex Magistrato del Po, e solo in ultimo del Comune, il tutto con un rapporto non proprio idilliaco, come spiega l’assessore all’edilizia, Danilo Barban: «La situazione con l'Aipo è ai limiti della decenza. Non sapranno nemmeno che esiste l’Arnetta. Le cose che sono state fatte, le abbiamo fatte noi, perché se avessimo aspettato loro saremmo messi anche peggio. Se dovesse peggiorare obbligheremo i privati a intervenire o, in via straordinaria, faremo noi in prima persona qualcosa».
La speranza è che i blocchi burocratici non vengano sorpassati dalla natura: il crollo dello scorso anno è testimone dell’incuria e dell’esigenza di un intervento che se non avverrà il prima possibile potrebbe vedere conseguenze più gravi in caso di un’alluvione pari a quella dello scorso anno. I parcheggi sotterranei sono davvero a un passo dal vedere l’acqua del fiume entrare senza permesso e rovinare ciò che incontra. Che siano i privati, o il Magistrato del Po, qualcuno faccia in modo che questo non accada, un anno è passato e ora il rischio è elevato.
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Il muro crolla, allarme Arnetta
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