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Canile e gattile per tutti

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Canile e gattile per tutti

Il canile comunale di via Friuli e il gattile di largo Gigli ospiteranno (da ottobre) anche animali domestici che i proprietari non possono, temporaneamente, accudire. Una sorta di pensione dunque. Con tariffe giornaliere che variano in base al reddito di chi chiede «il servizio di mantenimento» per il proprio amico a quattro zampe. Lo ha stabilito la giunta, su proposta dell’assessore alla Tutela ambientale, Riccardo Santinon. Le premesse, così come indicate nella delibera: «Sempre più cittadini di Varese si rivolgono ai competenti uffici per richiedere l’ingresso temporaneo dei propri animali domestici (cani e gatti) presso il canile rifugio di via Friuli e il nuovo rifugio temporaneo per i gatti in largo Gigli»; «Sino ad oggi i casi presi in considerazione hanno riguardato richieste provenienti da persone in condizioni economiche o sociali particolari (sfratti, trasferimenti, sgomberi, ricoveri pressi ospedali, case di cura, comunità di recupero e altre analoghe situazioni). Tali richieste sono state accolte per un periodo massimo di sei mesi, con spese a carico dell’Amministrazione». Ora, il Comune ha deciso di estendere il servizio a chi ha l’esigenza di affidare per qualche giorno il cane o il gatto. A pagamento: sono infatti previste delle tariffe che tengono appunto conto del reddito Isee del proprietario dell’animale. Ecco i costi giornalieri (Iva del 22% compresa): per la fascia di reddito fino a 15.000 euro l’anno, il mantenimento giornaliero del cane nella struttura di via Friuli è gratuito; per la fascia da 15.000 a 30.000 la spesa è di 5 euro; fino a 45.000 costo giornaliero di 5,50 euro; fino a 52.000 euro spesa quotidiana di 6,10 euro; oltre 52.000 spesa di 7,30 euro. Questo per il canile. Per il gattile di largo Gigli la “pensione” è gratuita per chi ha un reddito fino a 15.000 euro, di 2,55 euro per la fascia da 15.000 a 30.000 euro, di 3,05 euro fino a 45.000 euro, di 3,65 euro fino a 52.000 euro e di 4,90 euro oltre 52.000 di reddito annuo Isee. Prezzi dunque popolari. Ma l’assessore Santinon precisa che non si tratta di una pensione, come quelle private: «Deve esserci una motivata esigenza per portare il cane o il gatto». Per intenderci: non basta l’«esigenza» di andare in ferie. Devono esserci quindi motivazioni di assenza da casa per lavoro o cure mediche, oppure l’impossibilità (pur stando a casa) a causa di malattia o infortunio. La giunta, nella delibera, ha previsto che gli introiti andranno a finanziare le spese per la gestione dei due rifugi. 


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