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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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Giungla bici in stazione

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Giungla bici in stazione

L’idea è semplice e potenzialmente vincente: avere accanto allo scalo ferroviario una velostazione in cui i pendolari che raggiungono i binari in bicicletta possano lasciare il loro mezzo in “quasi” sicurezza, perché il posteggio resta chiuso e per accedervi bisogna inserire la propria Carta regionale dei Servizi. Tutto bello, anzi di più: alle Nord questa realtà è stata predisposta, con un poderoso restauro del vecchio deposito incustodito, ora riasfaltato, dotato di decine di stalli, con la gabbia verniciata di verde e un bel cartello che avverte gli utenti della possibilità.
Peccato però che, sebbene Ferrovie Nord abbia eseguito da mesi i lavori e la location sia nuova fiammante, nessuno la possa ancora utilizzare. Meglio: ogni tanto si può, perché a giorni sparsi - dopo le sollecitazioni di diversi viaggiatori - un cancelletto viene lasciato aperto. Era così anche lunedì mattina, tanto che una manciata di bici era legata alle postazioni. Ma ovviamente l’utilizzo della struttura, fatto in quel modo, risulta improprio. Tant’è che, in attesa che gli ultimi contatti fra società ferroviaria e municipio portino all’avvio ufficiale, attorno alla stazione è la giungla.
Come sempre avviene - con la crisi anche un po’ di più - i mezzi a pedali abbondano e vengono speranzosamente fissati ovunque capiti, a ogni palo libero, a una transenna, ai cartelli stradali, agli archetti delimitatori del posteggio auto. E finisce che, oltre al disagio e al disordine, quasi ogni giorno qualcuno torna da scuola e da lavoro e non trova più la bici. Oppure ne trova soltanto un pezzo, perché capita che i ladri, nella fretta di arraffare qualche pezzo da riassemblare o rivendere, se ne vadano anche solo con una ruota o un sellino, con un cestino o una luce.
Tant’è che lo scenario resta desolante, con telai cannibalizzati che restano affrancati alla loro presa per mesi, fino ad arrugginirsi e a lasciare uno spettacolo indecente e agghiacciante.
Pare che negli ultimi tempi ci sia stato qualche incontro istituzionale sul tema e che, messo a punto il software che aveva fatto qualche bizza, al massimo nel mese di novembre la velostazione possa davvero decollare, risolvendo buona parte dei problemi di chi la mattina sale in sella e poi, una volta balzato in carrozza, non può che farsi un segno della croce, augurandosi di non trovare uno scempio al proprio ritorno in città.
Per adesso, però, si va avanti così. Fra sosta selvaggia e predatori in agguato. In un contesto cittadino che, già da Terzo mondo per le vicissitudini dell’iter di riqualificazione urbanistica dell’area delle Nord, alimenta la propria bruttezza con questo scempio nel quale la velostazione è ancora un miraggio che da mesi resta lì, a portata di mano.


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