Gianfranco Ponti torna a far parlare di sé nel mondo del basket. Ma non si tratta di una nuova versione del Progetto Varese lanciato sei mesi fa, proponendo al Consorzio di acquistare il 50% delle quote del club. L’imprenditore varesino si è legato a titolo personale all’Handicap Sport, la squadra di basket in carrozzina che gioca sotto l’egida della Pallacanestro Varese, con un apporto che coprirà circa il 10% del budget stagionale.
Ma come si concilia la partnership con la società di piazza Monte Grappa e il sostegno economico di chi aveva provato a scalarla nei mesi scorsi, soprattutto in coincidenza con il delicato momento che sta attraversando il club biancorosso per i risultati negativi del campo?
Il presidente dell’Handicap Sport, Carlo Marinello, smorza ogni retropensiero: «Il prezioso apporto che ci fornisce la Pallacanestro Varese non è sufficiente per coprire le spese dell’annata e le risorse in più fornite da Gianfranco Ponti saranno un aiuto importante - spiega il massimo dirigente del club in carrozzina -. Da parte nostra non c’è alcun desiderio di fare dispetto a chi ci ha sostenuto e ci sostiene. Però, rispetto ai tempi della serie B servono più risorse, così le abbiamo cercate in altri ambiti».
Quando Ponti si era interessato alla Pallacanestro Varese nello scorso aprile, c’erano già stati sondaggi indiretti concretizzatisi attraverso un incontro a tre fra l’imprenditore varesino, il presidente Marinello e il sindaco Attilio Fontana. Dunque, sulle maglie dell’Handicap Sport - oltre al main sponsor Cimberio e al marchio ZMC (consorziato della prima ora della Pallacanestro Varese) - ci sarà anche il logo di Athena Consulting, la società di testa di Ponti: «Il basket in carrozzina era uno dei punti che avevo indicato nel mio progetto, ma non c’è alcun collegamento tra questa iniziativa e il mio interesse per la Pallacanestro Varese; quello è un discorso chiuso, c’è stata un’occasione ma non ci siamo trovati - spiega Ponti -. È un impegno di natura sociale ma non solo, viste le ambizioni sportive che nutre il basket in carrozzina. Conoscevo già Nestore Crespi (ds dell’HS, ndr) e ho trovato altre persone perbene: al momento si tratta di una sponsorizzazione personale che rappresenta un modo per conoscerci, valutando eventualmente il prossimo anno dei contributi da marchi che hanno interesse di ritorni in termine di comunicazione».
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Più soldi al basket in carrozzina
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