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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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Altri creditori per Riccardo Bossi

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Altri creditori per Riccardo Bossi

«È tutto un malinteso, ci siamo solo capiti male»: si sarebbe giustificato così, Riccardo Bossi, davanti agli investigatori della questura di Varese, quando un paio di mesi fa si fece interrogare per chiarire la truffa a Ceccuzzi. Il figlio del fondatore della Lega Nord in altre parole si sarebbe difeso dalla contestazione di truffa mossa dal pubblico ministero Francesca Parola. Ma alla domanda «scusi, ma allora i gioilelli lei li ha pagati?», la risposta è stata comunque «no». Non solo. Riccardo non ha ritenuto neppure di percorrere la strada indicata dalla procura: restituire il Rolex Daytona e i gioielli di Bulgari o risarcire i commercianti, così da ottenere la remissione della querela e da chiudere l’indecorosa vicenda senza alcuno strascico giudiziario. Quindi gli inquirenti non hanno potuto fare altro che firmare il decreto di citazione diretta a giudizio per rispondere di un danno, procurato alla gioielleria di piazza San Giovanni, che ammonta a oltre 26mila euro. Anzi. I Ceccuzzi, prima di avviare l’iter giudiziario, avevano pure contattato uno dei recapiti telefonici lasciati in negozio da Riccardo a garanzia della sua buona fede, quello della segretaria del senatur. La risposta della donna fu perentoria: «Umberto non mi ha dato alcuna disposizione riguardo a pagamenti di gioielli, arrivederci».
Tutto qua? No, perché  nel frattempo in largo Giardino sarebbero arrivate altre denunce per insolvenza fraudolenta: Riccardo Bossi avrebbe in altre parole cenato in un ristorante della zona senza pagare il conto. Su questo versante però le indagini e gli accertamenti non sono ancora ultimati e quindi non emergono altri dettagli.  In compenso la ex fidanzata del trentaseienne -  sentita durante l’estate  dagli inquirenti bustesi - non ha avuto  alcun tentennamento: con un comprensibile imbarazzo ha subito restituito alla polizia il preziosissimo anello di Bulgari donato da Bossi junior, ignara e rammaricata per le modalità con le quali era stato “acquistato”. Ossia con promesse di pagamento non mantenute e soprattutto con cambiali false, contraffatte. Trapela un’altra indiscrezione: durante le perquisizioni disposte dal sostituto procuratore Parola, si è scoperto che  il trentaseienne era piuttosto in ritardo anche con il pagamento dell’affitto dell’appartamento di Gallarate, dove a quanto pare gli investigatori avrebbero trovato ulteriori elementi probatori a supporto delle accuse.   Insomma, sembra proprio che  abbia più di una grana da risolvere davanti alla magistratura di Busto Arsizio.


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