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Un ritorno al passato per guardare al futuro. Primo allenamento guidato da Alessio Pala, appena ufficializzato nuovo allenatore della Pro Patria al posto di Angelo Mastropasqua che resta comunque come secondo.
Grazie a lezioni di tattica d’altri tempi e ad una visione del calcio molto pragmatica, s’inizia a soffiare sulla fiammella della speranza che, dopo la settima sconfitta consecutiva di domenica contro il Cuneo, sembra essersi spenta a causa degli innumerevoli fischi, piovuti dai gradoni biancoblù.
Un ritorno al passato per non focalizzarsi troppo sul “presente”, parola potente a tal punto da suscitare nostalgici ricordi in chi ha vissuto ed amato la Pro Patria in anni più spensierati.
Pala sa che sulle proprie spalle grava un peso enorme. Sarà l’uomo giusto? Nato a Bergamo nel 1965, la sua carriera da tecnico si è svolta principalmente sulle alture orobiche (nel suo c.v. però anche Pro Sesto e Pavia). Prima sulla panchina delle giovanili dell’Atalanta, poi a più riprese su quella dell’Albinoleffe dove nella stagione 2012-2013 è stato protagonista di una rimonta, che si spera riesca e ripetere a Busto. Partiti con una penalizzazione di dieci punti per calcioscommesse, poi ridotta a sei (esattamente il gap tra la Pro e il Cuneo), riuscì a proiettare i seriani a ridosso della zona playoff.
E allora subito al lavoro sulla difesa, perché si sa che elemento chiave del successo è non subire gol (23 finora in 7 gare, difesa peggiore tra i professionisti). «Sarebbe bello ottenere uno 0-0 ogni tanto», ironizza il nuovo numero uno tigrotto, mentre spiega alla linea difensiva i movimenti da fare in fase di non possesso. Si costruiscono quindi le fondamenta, per poi pensare al resto. La speranza è quella di non finire il progetto di ricostruzione troppo tardi, col cerino in mano.
Un ritorno a casa, invece, per Michele Ferri che, dopo esser stato ufficializzato in mattinata dal presidente Emiliano Nitti, mette a disposizione la sua esperienza fino a giugno del 2017. Nato a Busto 34 anni fa, gli inizi all'Ardor, poi il salto alle giovanili del Milan (tre vittorie al Viareggio) e una lunga carriera che ha avuto con Palermo, Cagliari, Atalanta e Samp i momenti migliori: oltre 100 presenze nella massima serie, quasi 150 in B, qualcuna anche in Coppa Uefa in maglia rosanero. Martedì per lui allenamento a parte, qualche parola con il preparatore e con l’allenatore, ma è ancora presto per vederlo correre insieme al gruppo. Rassicura i presenti con un «sto bene, ma preferisco non andare subito a 2000 all’ora», togliendo così ogni dubbio sulla sua condizione, viziata da una leggera contrattura alla coscia che sta dando qualche noia. Sicuramente non presente, quindi, sabato pomeriggio nel big-match (sulla carta troppo big) contro il Bassano (arbitrato da Andreini di Forlì, lo stesso di Bassano-Pro Patria del 21 marzo scorso, con relative contestazioni per un gol annullato a Guglielmotti). Oltre a Jidayi, ancora in lite con la sua caviglia ma sulla via del rientro e Montini ancora squalificato, in tribuna ci sarà Degeri che deve fare i conti con delle fastidiosissime fratture a tre dita del piede. Il ritorno in gara del “codino cremonese” è previsto per gli inizi di dicembre.