Chiusa la partita per il rilancio della Franco Tosi, che ormai nelle mani di Alberto Presezzi e signora pare ben avviato, adesso è arrivato il momento di parlare di urbanistica: o meglio di come conciliare il riutilizzo di un’area di 358 mila metri quadrati nel pieno centro della città con l’esigenza del Tribunale di Milano di recuperare quanto più possibile per onorare i debiti (oltre 200 milioni di euro) che la Tosi aveva accumulato sotto la gestione degli indiani di Gammon.
Almeno sulla carta il modo ci sarebbe: tanto per avere un dato di riferimento e tenendo presente il valore medio delle aree industriali di Legnano, i 358 mila metri quadrati della Tosi potrebbero indicativamente generare un business di almeno 250 milioni di euro. Tra compravendita, demolizioni, bonifiche e riutilizzo (che a seconda dei casi potrebbe essere industriale, residenziale o terziario), ce n’è davvero per tutti. Quindi anche per i creditori.
«I tempi sono maturi - afferma il commissario straordinario della Franco Tosi Andrea Lolli, che gestirà la vendita degli immobili per conto della procedura autorizzata dal ministero dello Sviluppo economico - L’idea è quella di dividere la fabbrica in quattro macroaree: la ex carpenteria su via XX Settembre, il comparto sud-ovest vicino alla Pensotti, il sud vicino al cimitero e il nord dove ora ci sono i 58 mila metri quadrati occupati da Presezzi. Più altri comparti secondari come la mensa e il dopolavoro di via Fratelli Cairoli». Per stabilire il valore di queste singole aree, Lolli ha disposto una serie di perizie, i risultati delle quali saranno presto pubblicati sul sito della procedura. «Chi è interessato, però, può già farsi avanti - afferma il commissario - L’ex carpenteria, ad esempio, potrebbe essere ceduta così com’è, con tanto di attrezzature e aree di servizio. L’operazione non comporterebbe alcuno stravolgimento urbanistico, l’immobile è già pronto per ospitare una nuova attività». Attività che tra l’altro già potrebbe esserci, perché un imprenditore che recentemente ha investito in città avrebbe già fiutato l’affare.
Per tutto il resto, invece, la situazione è un po’ più complessa. «I tempi della vendita - afferma Lolli- dovranno essere coordinati con quelli dello strumento urbanistico che il Comune sta studiando. Il futuro di via Fratelli Cairoli, ad esempio, dovrà essere immaginato nell’ambito della revisione del Pgt». Proprio per questo, nei giorni scorsi Lolli, il sindaco Alberto Centinaio e il suo vice Piero Luminari si sono presentati in Regione Lombardia per ricordare che il riutilizzo della Franco Tosi non può essere solo un problema del Comune di Legnano: «I progetti - ricorda Centinaio - dovranno essere valutati nell’ambito della Città metropolitana, se non a livello regionale. Un intervento di questo spessore su un’area strategica così importante non può essere immaginato con un orizzonte ristretto ai confini comunali». E infatti, l’altro giorno in Regione il sindaco non ha parlato solo della Tosi, ma anche della ex Manifattura di Legnano, l’area di 41 mila metri quadrati al di là di via Alberto da Giussano in vendita da tempo.
Se questa strategia d’area sarà definita a Milano, per il momento di certo c’è che le aree sono in vendita, e che in piazza Monumento il Comune «favorirà per quanto possibile l’attuale destinazione d’uso».
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Franco Tosi, affare da 250 milioni
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