Aggredisce la moglie, inveisce contro i figli, picchia tre agenti della polizia locale e li manda all’ospedale: ha scatenato un vero e proprio finimondo il tunisino quarantasettenne arrestato nel tardo pomeriggio di lunedì dai carabinieri, d’intesa con il pubblico ministero della procura di Busto Arsizio Nadia Calcaterra.
L’accusa è di resistenza a pubblico ufficiale, ma alla base ci sarebbe una storia di maltrattamenti familiari che finalmente la moglie si è decisa a denunciare. La donna a quanto pare da cinque giorni se n’era andata di casa portando la bambina di undici anni con sé e trovando rifugio dalla sorella. Era esasperata dalle presunte violenze domestiche, dopo anni di sottomissione ed era arrivata al culmine della sopportazione. L’altro pomeriggio la tunisina è andata a prendere la figlia a scuola e si è ritrovata davanti il marito furibondo. «Volevo vedere mia figlia, non può portarmela via così», ha spiegato l’imputato al giudice Renata Peragallo durante il processo con rito direttissimo. Ma nonostante l’intenzione di non belligeranza dichiarata, le sarebbe saltato addosso per malmenarla, sotto gli occhi di numerosi testimoni, nonostante ci fossero anche i figli più grandi, di sedici e diciannove anni, tutti schierati in difesa dalla mamma. Tra urla, spintoni e caciara, i vigili urbani che stavano effettuando il servizio post scuola, si sono precipitati per calmare le acque. In tutta risposta, il tunisino si è scagliato contro di loro picchiandoli di santa ragione. I due se la sono cavata con sei e sette giorni di prognosi, il terzo collega ancora non si sa per quanto ne avrà: ieri è stato sottoposto ad altre visite perché a quanto pare le sue condizioni sono ancor più serie. In serata la moglie si è recata in caserma e ha messo a verbale tutti gli episodi di maltrattamenti che avrebbe tollerato durante la convivenza, sui quali ora gli inquirenti dovranno svolgere accertamenti. La sentenza è attesa tra due settimane.
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Picchia moglie e carabinieri
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