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Channel: La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.
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Mirko Oro alla resa dei conti

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Mirko Oro alla resa dei conti

L’inchiesta Gold Finger è chiusa,  per Mirko Rosa e il suo ex suocero Giacomo De Luca è tempo di pensare alle strategie processuali e dovranno farlo sulla base di ben trentasette pagine di avviso di conclusione di indagini scritte dal pubblico ministero Nadia Calcaterra e dei venti faldoni che contengono gli elementi probatori raccolti dagli inquirenti al termine di un minuzioso lavoro contabile. Sono trentuno gli indagati in totale, quarantanove i capi di imputazione differenziati a seconda delle posizioni.
Come già era trapelato nei mesi scorsi, nelle pieghe delle attività illecite contestate da procura, polizia giudiziaria e guardia di finanza sono coinvolti anche due militari delle forze dell’ordine: un carabiniere che dovrà rispondere di favoreggiamento (si sarebbe incontrato con uno dei boss dell’oro per avvertirlo di non parlare al telefono perché intercettato)  e induzione a rilasciare false dichiarazioni all’autorità giudiziaria, e un ex finanziere a cui viene addebitato il pesante reato di corruzione. Avrebbe in altre parole ricevuto soldi da De Luca in cambio di aggiornamenti su informazioni riservate. Stralciata invece la posizione di un avvocato che risulta indagato per false fatturazioni. Per lui, quindi, la procura procederà separatamente. Concentrando il focus sui due protagonisti principali dell’operazione culminata lo scorso 20 giugno con una dozzina di misure cautelari, tra cercere e arresti domiciliari, le accuse principali rivolte a Mirko Oro sono di falsa fatturazione, simulazione di reato, ricettazione e riciclaggio. A dire il vero settimana scorsa il gip del tribunale di Busto aveva  parzialmente revocato il provvedimento cautelare dell’imprenditore quarantenne in relazione ad alcune fatture: controlli incrociati complicatissimi avevano infatti  fatto emergere che la responsabilità di quella documentazione fittizia non stava in capo a lui. A quanto pare però  la Finanza gliene avrebbe addebitate di nuove, quindi il quadro tratteggiato dagli inquirenti non sembra mutare un granché.  La simulazione di reato, invece, riguarderebbe una denuncia che Rosa avrebbe fatto sporgere per un presunto furto subito all’interno di uno dei suoi negozi.
De Luca, dal canto suo, risponde di frodi fiscali commesse sia nella gestione dei compro oro che risultavano intestati a lui che in quella della sua impresa edile. Poi c’è la vicenda della corruzione al finanziere, che lui stesso avrebbe ammesso durante uno degli interrogatori e quella della calunnia nei confronti del fratello di Mirko. Al gip, subito dopo l’arresto, dichiarò che gli incendi al parco macchine dei Rosa li avrebbe appiccati lui, il fratello, con l’intento di far ricadere i sospetti su De Luca stesso. Tutti i riscontri hanno ampiamente acclarato si trattasse di una  menzogna, anzi, tra le accuse rivolte all’ex socio in affari di Mirko ci sono proprio quelle di incendio e tentato incendio.
Servizio completo sulla Prealpina in edicola mercoledì 28 ottobre


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