«Aveva appena compiuto 18 anni e sabato saremmo dovuti andare alla sua festa a Ville Ponti: ci stavamo preparando tutti. Non vedevamo l’ora, ne parlavamo da tempo. Ora invece siamo sconvolti dal dolore e quella che doveva essere una festa diventerà una veglia funebre per il più generoso dei nostri amici». Luca è uno degli amici di Andrea Paltani e, con la voce rotta dall’emozione, ricorda il giovane di cui era stato compagno di scuola al liceo scientifico “Ferraris”, dove il 18enne frequentava la quarta D ed era anche rappresentante di classe.
Era amato e popolare, lo conoscevano davvero tutti. Andrea aveva un sorriso solare, uno sguardo sveglio e furbo. Era il ritratto dell’amico perfetto. «Era alto un metro e novanta e pesava cento chili. Ma l’unica cosa grande davvero era il suo cuore. Era un generoso, un ragazzo coraggioso e altruista».
Gli amici sono sotto choc. «Sapevamo che “Palta”, come lo chiamavamo noi, non era a scuola. All’inizio non volevamo credere a quello che è successo». I ragazzi hanno saputo la notizia a scuola, mentre uscivano dalle lezioni. E la voce si è subito diffusa in tutta Varese. Ma Luca non vuole pensare all’incidente: «Voglio ricordare il mio amico per come era: sempre disponibile, allegro, divertente. Era un generoso, abbiamo trascorso tanti momenti magici e incredibili insieme. Come me, amava le montagne e lo sci. Sia io che lui abbiamo la casa in montagna a Courmayeur e un anno fa abbiamo organizzato una mega-gita di gruppo: eravamo in quattordici a sciare. E ci eravamo organizzati per ospitare gli amici, in parte a casa mia e in parte a casa sua. Abbiamo condiviso grandi emozioni. E anche durante le vacanze estive ci aveva ospitato a casa sua a Cannes».
Un ragazzo generoso, che amava condividere le possibilità che la vita gli aveva offerto con i suoi amici e compagni di scuola. «Quel che però ti colpiva di Andrea era la sua capacità di assumersi le responsabilità. Quando noi ragazzi facevamo qualche sciocchezza, come capita alla nostra età, era sempre lui a prendersi le nostre colpe».
Con gli occhi rossi, il viso rigato dalle lacrime e la voce bassa, Luca racconta la disperazione dei liceali: «Dovevamo festeggiare, non è giusto. Ora invece stiamo pensando a come ricordare il nostro compagno. Non si può morire pochi giorni dopo aver compiuto 18 anni».
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Andrea, dalla festa alla tragedia
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