Claudia Ronchetti ce l’ha fatta. Lunedì 10 agosto la ciclista varesina ha rivisto l’Oceano dopo 7.400 chilometri di viaggio dal Pacifico all’Atlantico. Dopo 61 giorni di viaggio con partenza da Astoria (Oregon) è arrivata a Yorktown (Virginia). Si tratta di un’impresa da leggenda, visto che Ronchetti ha viaggiato in solitaria, senza alcun supporto se non l’ospitalità e gli aiuti trovati sulla strada. In tutto ha percorso un dislivello di 53.000 metri, pedalando per circa 125 chilometri al giorno, con tutto il necessario a bordo della bici. Il viaggio è stato seguito passo passo da migliaia di appassionati attraverso la pagina Facebook Il mondo in bici dove Claudia ha raccontato quasi tutte le giornate con foto, video, pensieri, racconti.
Claudia ne ha passate veramente di tutti i colori. La Transamerica Trail l’ha portata attraverso dieci Stati: quelli di partenza e arrivo e, in mezzo, Idaho, Montana, Wyoming, Colorado, Kansas, Missouri, Illinois e Kentucky. Dai 51° gradi di temperatura nel deserto è scesa fino ai 4° gradi delle montagne. Arrivata quasi alla meta ha rischiato il rapimento da parte di alcune bande criminali, ma è stata provvidenzialmente salvata dallo sceriffo di Hazard, che l’ha scortata in auto per settanta chilometri, fino a raggiungere una zona più tranquilla. Sui saliscendi del Missouri ha sofferto parecchio, ma nessuno e niente ha intaccato la sua forza di volontà: è andata sempre avanti nonostante le cadute, le innumerevoli forature e le difficoltà climatiche.
Ogni tanto ha percorso il viaggio con qualche altro avventuriero del pedale e spesso ha trovato persone (sacerdoti, vigili del fuoco, famiglie) che le hanno aperto la porta per una notte, per un pasto o per un po’ di riposo. Soltanto negli ultimi giorni si è concessa un po’ di relax in un motel. Non contenta, ha allungato di circa 500 chilometri il viaggio per visitare qualche luogo particolare.
«Per me - racconta all’arrivo la trentottenne di Marchirolo - è stata un’esperienza unica, un’avventura senza precedenti. Rifarei tutto senza pensarci neanche un momento. Ho percorso tanta strada, solo ora me ne rendo conto. Qualcuno mi chiede se sono stanca e io non lo so, probabilmente sì, ma saprò rispondere solo nel momento in cui mi rilasserò».
Cioè quando le salite infinite delle Montagne Rocciose, i rettilinei delle praterie del Kansas e il passaggio sul Mississippi diventeranno un ricordo. Da portare con sé, per sempre. In attesa della prossima avventura: la Patagonia di febbraio 2016.