Nessuna pietà per uno dei senza tetto “storici” di Varese che, cercando di trascorrere una notte al riparo dai rigori invernali, aveva trovato rifugio in uno stabile nella zona di viale Belforte. Pensava fosse una rimessa abbandonata. Tutt’al più a un garage. In realtà, era una casa, degradata ma abitata da una persona di più di 90 anni. Morale: l’incursione notturna nell’edificio, dove aveva anche acceso una stufetta (il tutto avvenne nella notte tra il 22 e il 23 febbraio di due anni fa) è stata rubricata come una vera e propria violazione di domicilio e gli è costata una condanna a quattro mesi di reclusione. La sentenza di condanna firmata in prima battuta dal Tribunale di Varese, lunedì 2 novembre è stata confermata dai giudici della quinta Corte d’appello di Milano.
Per il sesto inverno consecutivo, invece, i clochard varesini potranno contare su quattordici posti i cui utenti «sono stati scelti attraverso colloqui individuali. D’altronde ci sono delle regole precise da rispettare» sottolinea la referente degli Angeli Urbani, Piera Cesca, riferendosi «all’igiene personale, perché ognuno di essi deve farsi almeno due docce alla settimana nelle apposite strutture e lavarsi le mani ogni volta che entra qui; al divieto assoluto di presentarsi in stato di ebbrezza e a quello di introdurre alcolici, droga o armi».