«Non dimenticherò mai il messaggio alle 5.08 di domenica mattina: un sms che mi ha avvisato che la batteria si era scollegata dal motore dell’auto. Ho capito che c’era qualcosa che non andava, ma mai avrei pensato che mio figlio Cristian fosse morto. La sera prima ci eravamo salutati, certi di rivederci come sempre. Era andato a ballare con gli amici a Luino».
È in lacrime Mauro Lazzari, padre del diciannovenne morto nello schianto prima dell’alba a Cocquio Trevisago, sulla SP39 che collega la frazione di Caldana a Orino. La Peugeot 206 con a bordo il giovane alla guida e il suo amico Luca G., ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Circolo di Varese, è uscita di strada, finendo in una scarpata dove si è ribaltata per poi schiantarsi contro gli alberi. Cristian lascia papà Mauro, mamma Carlotta, la sorella maggiore Krizia e l’adorata nipotina Nicole.
La sera di martedì 17 novembre, a Caldana ci sarà una fiaccolata in piazza, organizzata dagli amici di Cristian e di Luca.
Il padre del giovane non riesce a trattenere le lacrime, guarda il cellulare e rilegge l’ultimo messaggio del figlio “Grazie, ti voglio bene anche io”.
"Spesso ci sono tensioni fra padre e figlio, ma questo era un periodo bello per noi: venerdì sera Cristian era venuto a prendere un aperitivo con me e con i miei amici, avevamo trascorso del tempo insieme. E per me era stata una serata meravigliosa, mi aveva riempito di gioia tanto che, subito dopo, gli avevo mandato un messaggio aprendogli il mio cuore, da papà gli avevo scritto tutto il mio affetto».
Il signor Mauro è distrutto dal dolore ma ricorda il figlio con la delicatezza propria dei genitori: "Era un ragazzo giudizioso, aveva trovato lavoro in Svizzera, un lavoro faticoso per un ragazzo della sua età: faceva le consegne per un panificio, ogni giorno si alzava alle 2 del mattino e andava a Mezzovico. Era entrato subito nelle grazie dei proprietari per il suo essere sempre puntuale, preciso e assennato. Si impegnava ed era felice".
Servizio completo sulla Prealpina di martedì 17 novembre.