Affettati, cassoeula e polenta: con un menù tipicamente lombardo la sezione di Legnano della Lega Nord ha festeggiato nella serata di venerdì 27 il vencinquesimo di fondazione alla trattoria “Da Jole” di via Ponzella. Una sessantina i militanti, di tutte le età, che sono accorsi per l’occasione, resa ancora più significativa dalla presenza del presidente federale Umberto Bossi.
«Proprio qui da Jole - ha commentato Mario Proverbio, attuale segretario cittadino - i primi sostenitori della Lega Lombarda si sono incontrati e hanno poi fondato la sezione di Legnano. Da allora la presenza sul territorio non è mai mancata».
Camino acceso, un clima famigliare, e anche tanti ricordi, come testimoniato dai gadget e dai memorabilia esposti su un tavolo. «Vedi Umberto - esclama l’ex consigliere comunale Lorenzo Caldiroli indicando una bandierina con lo stemma del guerriero - questa l’hai autografata tu vent’anni fa!». Lui, Bossi, ammicca, scherza, invita gli amici legnanesi a giocare a braccio di ferro. Qualcuno gli porta ancora qualche foulard da firmare, altri si accontentano di una stretta di mano o di un saluto. L’affetto per il fondatore della Lega c’è ed è palpabile. Bossi, a Legnano e da Jole, c’è stato parecchie volte: «Qual è il mio ricordo più bello legato a Legnano? Quando abbiamo vinto le elezioni comunali nel 1993».
Poi cinque anni all’opposizione, dal 1997 al 2002, prima di tornare in giunta per dieci anni consecutivi (un mandato con il sindaco Maurizio Cozzi e uno con Lorenzo Vitali). Nel 2012 la spaccatura con Berlusconi ha riportato la Lega all’opposizione. Per il futuro si rinsalderà l’alleanza vincente con Forza Italia come successo a Parabiago? «E’ presto - risponde Bossi - è ancora troppo presto. Bisognerà valutare la situazione politica tra un anno».
Tra i tanti commensali ieri sera anche Roberto Legnani, consigliere comunale per 19 anni e candidato sindaco, Gianbattista Fratus, oggi unico rappresentante a Palazzo Malinverni, e Fabrizio Cecchetti, vice presidente del Consiglio regionale.
E mentre la cena comincia a essere servita prende la parola lui, Bossi, che si lancia in una sorta di comizio, come ai vecchi tempi, tra citazioni storiche e invettive contro il governo: «Ci sono ancora tante cose che non siamo riusciti a cambiare. Soprattutto il fatto che il Nord rimane schiavo del centralismo di Roma. Pensate che ogni anno le nostre regioni pagano ogni anno 100 miliardi di euro di residuo fiscale. Perché si pagano tante tasse? Perché i lombardi restano sostanzialmente dei c...». La verve è sempre la stessa, proprio come ai vecchi tempi.