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«Primarie Pd? Pochi e divisi»

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«Primarie Pd? Pochi e divisi»

La politica, si sa, è spesso tutta una questione di numeri. Ed è proprio sui numeri usciti dalle urne delle primarie del centrosinistra, che hanno premiato come candidato sindaco Davide Galimberti, che si concentra ora la “sponda opposta” dello schieramento.

«Penso che queste primarie non abbiano favorito ma piuttosto danneggiato il centrosinistra, perché delle 4mila persone attese, solo 2700 hanno votato. Inoltre il primo candidato ha vinto sul secondo con uno scarto di pochi voti, e questo è segnale di eccessiva frammentazione dei voti sulla rosa dei quattro candidati. Per questo ritengo che l’esito, seppur sorprendente, non ci debba spaventare, ma anzi sia un bene per noi». Così Alessio Nicoletti, leader di Movimento Libero che con Lega nord e Fratelli d’Italia ha firmato il Patto per Varese, in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera.

Ed è proprio l’effetto sorpresa a fare da comune denominatore. Anche il forzista Piero Galparoli ammette infatti: «Un risultato inatteso ma sono contento, perché ho avuto modo di conoscere Davide Galimberti ed è sicuramente una persona preparata e concreta, un uomo di destra moderato, senza nulla togliere al suo competitor Daniele Marantelli, cui va tutta la mia stima. Sicuramente, chiunque sarà il nostro candidato, sarà una competizione non facile, e l’esito delle primarie deve essere letto come la sconfitta del vecchio apparato politico».

Il segretario cittadino del Carroccio, Marco Pinti, preferisce non soffermarsi sulla “cabala” dei votanti e sui confronti con le precedenti primarie di centrosinistra, per «questioni di fair play - osserva - perché i numeri parlano da soli e non sarebbe elegante commentarli».

Comunque «una vittoria più di destra che di sinistra», aggiunge.

E adesso che l’avversario ha un nome e un volto, quello di un giovane avvocato moderato ma nello stesso tempo talmente abile e risoluto da esser riuscito a scalzare un politico “navigato” come il parlamentare Marantelli, qualcosa cambierà al tavolo del centrodestra?

«Da tempo stiamo lavorando per fare sintesi su programmi e persone - commenta ancora Pinti- e non abbiamo ancora incoronato nessuno come sindaco. Adesso siamo aperti a tutte le strade, purché ciò avvenga nell’ambito della definizione di un chiaro programma politico, che faccia capo a un candidato sindaco condiviso, senza isterismi o individualismi».

Anche il segretario cittadino del Nuovo centrodestra, Giovanni Chiodi, parla di «un esito a sorpresa ma neanche troppo, perché ho avuto modo di conoscere Davide Galimberti, che considero persona competente, seria, concreta e preparata, e queste cose stanno a cuore ai cittadini. La sua vittoria è la dimostrazione che non esistono più i voti organizzati dei partiti, ma la spendibilità delle persone».

A questo punto l’outsider, ma neppure troppo, Galimberti potrebbe far vacillare il centrodestra, sulla candidatura sin qui avanzata del presidente del Rugby, Stefano Malerba o addirittura riallacciare il nodo del confronto tra Pd e i centristi del partito di Angelino Alfano e Raffaele Cattaneo?

«Se il tavolo attorno al quale questo nome è stato condiviso continua a tentennare senza pronunciare una parola definitiva - conclude Chiodi - sarà opportuno riconvocarlo. A questo punto serve chiarezza e non si può perdere altro tempo prezioso».


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