Villa Letizia è chiusa dal 30 settembre 2001 e, da febbraio, ospiterà i profughi. La capienza massima è di quaranta persone ma non è ancora stato deciso quanti migranti saranno accolti. In queste ore il paese è abbastanza tranquillo, non ci sono state proteste eclatanti e il sindaco Davide Matera sta organizzando con il parroco, don Silvio Bellinello, un incontro pubblico. Potrebbe essere il 14 gennaio, ma resta da confermare. In questi giorni stanno iniziando i lavori nello stabile che ha un aspetto desolato: da uno degli ingressi si vedono mura scrostate, infissi molto vecchi e in alcuni casi anche rotti. Ma all’interno pare che la situazione sia migliore.
«Da quando ho saputo che sarebbero arrivati i profughi - dice il primo cittadino - sono in contatto con il prefetto Giorgio Zanzi. Come Comune la nostra competenza è legata comunque alla sicurezza. In merito alle altre scelte, non possiamo fare nulla». E sottolinea: «Alcuni cittadini si sono già rivolti al municipio: noi non portiamo i migranti in paese, questo vorrei che fosse chiaro. Il progetto è stato proposto dalla Caritas di Como, l’edificio è dato in affitto alla cooperativa AgriSol».
Nessuna tensione in paese, come assicura Lorenza Lanzi, dal panificio: «Che cosa dobbiamo fare? Credo che non si possa fermare questa decisione presa in altri posti. Del resto Villa Letizia è libera e a disposizione». Insomma, nessuna reazione scomposta e neppure troppe polemiche. Dalla cartoleria Flavio Botteoncommenta: «Bisogna vedere chi arriverà, da dove arriverà. È sempre questo il grande interrogativo. Fino a febbraio non saranno qui, poi vedremo».
Domenica 10 incontro, intanto, si annuncia una protesta ufficiale: alle 15.30, Forza nuova terrà un presidio in piazza Garibaldi, un presidio di protesta «contro la decisione dell’Unione dei Ciechi di concedere ed allestire, sotto l’egida della cooperativa Agrisol di Ferrera di Varese e della Caritas di Como, la propria proprietà di Villa Letizia a centro di accoglienza per richiedenti asilo». Il responsabile provinciale Federico Russo è durissimo: «Saremo in piazza a ribadire le nostre storiche proposte: stop a nuove aperture e chiusura immediata di tutti i centri per falsi profughi, rifiuto degli obblighi imposti dal trattato di Shengen e dal regolamento di Dublino, riacquisizione della sovranità decisionale in materia di controllo e difesa dei confini nazionali, espulsione di tutti i clandestini e di tutti gli immigrati incapaci di dimostrare una via di legale sostentamento, riconversione immediata degli ingenti fondi stanziati per il mantenimento degli stranieri in progetti a favore dei tanti italiani in difficoltà, pene severe per chi lucra sul fenomeno dell’immigrazione».
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