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'I cipressi? Dovevo tagliarli di notte'

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"I cipressi? Dovevo tagliarli di notte"

Era previsto, esattamente un anno fa, l’abbattimento dei sedici cipressi californiani che svettano sul collina del Belvedere, ai Giardini Estensi. La data, era infatti quella di martedì, dopo Ferragosto. Ma la scure non calò sui calocedri perché nel frattempo, in extremis, il sindaco sospese l‘operazione a seguito delle prime polemiche, che sarebbero poi diventati protesta vera e propria con la salita di un giovane su una delle piante da tagliare.

La decisione di sacrificare i sedici cipressi esotici fu presa dall’allora assessore alla Tutela ambientale, Stefano Clerici. Che a distanza di un anno non ha cambiato idea, anzi...

«Pentito? Assolutamente no, se tornassi indietro disporrei ancora l’abbattimento. Semmai, mi rimprovero di non averlo fatto, come avevo in mente, senza annunciarlo con largo anticipo. Lo si faceva e stop».

Ma fu il sindaco Attilio Fontana a bloccare tutto...

«Il sindaco è una persona educata. E fin troppo: ha dato retta ad una protesta che mi è sempre parsa molto strumentale». In che senso?

«Che c’erano pareri favorevoli sia della Sovrintendenza, sia dei paesaggisti. Era giusto farlo, quindi, sia da un punto di vista di tutela delle altre piante, sia da un punto di vista estetico».

Clerici, estromesso poi dalla giunta alla fine dello scorso anno per altre questioni (le frase contro la manifestazione dei partigiani), conferma che qualora un giorno dovesse tornare nell’Esecutivo di Palazzo Estense con la delega all’Ambiente, riproporrebbe il taglio dei sedici calocedri. E poi svela un retroscena: di quei giorni caldi: «Eravamo anche pronti a tagliarli di sera o di notte per evitare le contestazioni».

Ma anche qui, Fontana ha tirato il freno. Clerici non se la prende col sindaco ma rimane convinto che quell’intervento si poteva e si doveva fare. E osserva poi che il via libera della Sovrintendenza al taglio era arrivato a marzo dello scorso anno ed era stato ampiamente reso pubblico dalla stampa. Ma nessuno si era fatto avanti, manifestando obiezioni.

«Poi, quando abbiamo deciso, come preannunciato, di procedere all’abbattimento, si sono scatenate polemiche. Un po’ tardive. E, ribadisco, strumentali».

Il taglio dei  alberi è ormai un capitolo chiuso. Inizialmente, dopo la sospensione, era stato deciso di consultare una serie di esperti - neutrali - per avere un ulteriore responso sulla bontà del provvedimento che si fondava su due esigenze: salvaguardare i bossi, la cui salute sarebbe pregiudicata dai sopravvenuti calocedri, e migliorare l’immagine della collina del Belvedere, così come la si può ammirare entrando ai Giardini Estensi.

Tesi smentita dalla protesta, in particolare dall’agronomo varesino Daniele Zanzi, tra i promotori della contestazione che era appunto culminata nel singolare presidio sull’albero da parte di un giovane, Michele Forzinetti, ribattezzato dai media Tarzan. Ebbene, rimase sul ramo, giorno e notte, da sabato al giovedì successivo, quando era convocato il Consiglio comunale e, in concomitanza, si radunò fuori una manifestazione. In aula, poi, il sindaco ribadì che il taglio era sospeso. E da quel giorno, di Forzinetti non si è più sentito parlare. L’aveva promesso che non avrebbe sfruttato la popolarità acquisita (anche grazie ai collegamenti di tivù nazionali). E così è stato. I cipressi della discordia sono ancora al loro posto. E fermo, sulle sue convinzioni, anche l’ex assessore Clerici: «Dovevo tirarli giù di notte».


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