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Varese 1910, trofei all’asta

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Varese 1910, trofei all’asta

Il trofeo “Memorial Leonardo Riva”, alto 70 centimetri, può essere acquistato per 50 euro. Mentre la coppa “Borgomanero”, alta 54 centimetri, viene via per appena 10. E ci sono anche un portaombrelli da 5 euro, una lavagna con cavalletto da 15 euro e un Segway, definito “biga elettrica”, da 2.500 euro, il “pezzo” più costoso dell’intera “collezione”. Benvenuti all’asta che segue alla dichiarazione di fallimento, da parte del Tribunale di Varese, dell’Associazione Sportiva Varese 1910, la società calcistica la cui prima squadra era arrivata a sfiorare la promozione in serie A, sparita la scorsa estate a causa dei suoi debiti dopo un’avventura durata undici anni.

L’asta inizierà martedì 19: tutto si svolgerà in modo puramente elettronico e per partecipare basterà avere un computer e un collegamento a Internet. Si tratterà infatti di un’asta pubblica telematica, pubblicata sulla piattaforma www.astexpo.it, creata dalla società insubrica Expo Invest srl di Lomazzo, che ha la varesina Cinzia Ciniltani come amministratore delegato e il lecchese Paolo Fancoli come presidente. Tutte le coppe, i trofei, i gagliardetti e gli altri beni della società saranno messi all’asta per singolo pezzo e la vendita, con o senza rilanci, inizierà, come detto, domani per concludersi il prossimo 11 febbraio. «Con l’asta a singolo bene - spiega Cinzia Ciniltani - speriamo che dopo la triste fine della società calcistica i tifosi e i simpatizzanti possano almeno aggiudicarsi un piccolo ricordo della squadra del cuore».

Coppe e trofei all’asta saranno più o meno una cinquantina, con valori di partenza, come detto, dai 10 ai 50 euro. Ma quello che sarà possibile ricavarne dipenderà naturalmente dalla passione dei tifosi e da quanto saranno pronti a estrarre dal portafoglio. Mentre saranno pane per i denti di chi frequenta normalmente le aste fallimentari un gran numero di oggetti e arredi da ufficio, in parecchi casi teoricamente più preziosi dei trofei calcistici. Tutti i pezzi, a leggere la base d’asta, non dovrebbero comunque garantire al curatore Bruno Fisco molto più di qualche migliaio di euro, comunque poco rispetto a un passivo che non è pubblico ma pare di sicuro milionario.

 


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