Proibirono al suo bulldog di imbarcarsi sul volo in partenza da Malpensa e diretto a Trapani e dove contava di trascorrere le vacanze con la famiglia. E lui, un giovane studente di Marsala, che cosa fece? Da buon padrone, pur essendo l’antivigilia di Natale (di quattro anni fa), rinunciò al volo pur di restare con il suo Cash e, dopo aver raggiunto Genova, prese una nave alla volta della Sicilia. Raggiunta casa, però, non perse tempo e, qualche giorno più tardi, si rivolse ad uno studio legale per fare causa ad Alitalia.
Una scelta rivelatasi azzeccata perchè l’ex compagnia di bandiera è stata ora condannata dal Tribunale civile di Marsala a risarcire i danni al querelante, quantificati in 1.580 euro, per il negato imbarco del suo cane sul volo in partenza dallo scalo della brughiera, malgrado l’acquisto, un mese prima, tramite un’agenzia di viaggi del centro siciliano, del biglietto sia per il passeggero sia per il suo amico a quattro zampe, per il quale era stata predisposta una prenotazione ad hoc per potergli garantire il viaggio in stiva.
Secondo quanto accertato, al momento dell’acquisto del ticket il passeggero era stato informato della necessità di munirsi di una gabbia omologata per il trasporto del cane, che poi avrebbe dovuto viaggiare nella stiva. E aveva provveduto in tal senso. Se non che, al momento dell’arrivo a Malpensa, il giovane siciliano scoprì che il volo acquistato non sarebbe stato effettuato da Alitalia, come era indicato sul biglietto, bensì da AirOne, la compagnia acquisita anni fa dal vettore tricolore e divenuta parte integrante del gruppo Alitalia. Tutto, fuorché un dettaglio: già, perché, per una scelta aziendale (discutibile quanto si vuole), AirOne non trasporta animali a bordo dei propri velivoli.